L’11 febbraio si è tenuto a Nanjing, capoluogo della provincia cinese di Jiangsu, l’incontro tra il Ministro taiwanese per gli Affari Continentali, Wang Yu-chi, e il vice Ministro degli Esteri cinese, Zhang Zhijun, al termine del quale è stato istituito il primo dialogo inter-governativo ufficiale tra i due Paesi dalla fine della guerra civile del 1949. Tale storico avvenimento rappresenta il culmine di un lento e graduale processo di avvicinamento e normalizzazione delle reciproche relazioni iniziato nel 2008, anno dell’elezione del Presidente taiwanese Ma Ying-jeou, la cui agenda politica internazionale non era fortemente incentrata sull’ottenimento dell’indipendenza da Pechino. Appare importante sottolineare come, fino ad ora, i rappresentanti dei due Paesi hanno avuto contatti solo attraverso organizzazioni non ufficiali o rappresentanti diplomatici in pensione: il governo di Pechino ha infatti evitato qualsiasi azione che avrebb! e implicato il riconoscimento, anche implicito, della sovranità di Taiwan. I colloqui hanno gettato le basi per l’ipotetica costituzione di reciproche e vicendevoli rappresentanze politiche, secondo forme e modalità non ancora illustrate. Inoltre, l’incontro ha ribadito l’importanza dell’interscambio commerciale, aprendo alla possibilità di un suo futuro rafforzamento. Appare evidente quali siano i benefici che Pechino e Taiwan potrebbero trarre da una normalizzazione delle relazioni: Taiwan, grazie ai flussi di capitale cinese migliorerebbe la propria performance economica, mentre la Cina potrebbe eventualmente usufruire di una posizione taiwanese più morbida nel contesto delle rivendicazioni marittime del Mar Cinese Meridionale e Orientale.
Fonte CESI.
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