Asia

Per la traduzione in una lingua diversa dall'Italiano.For translation into a language other than.

Il presente blog è scritto in Italiano, lingua base. Chi desiderasse tradurre in un altra lingua, può avvalersi della opportunità della funzione di "Traduzione", che è riporta nella pagina in fondo al presente blog.

This blog is written in Italian, a language base. Those who wish to translate into another language, may use the opportunity of the function of "Translation", which is reported in the pages.

Metodo di ricerca ed analisi adottato

Per il medoto di ricerca ed analisi adottato

Vds post in data 30 dicembre 2009 sul blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com
seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al citato blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

Cerca nel blog

martedì 15 dicembre 2015

Gli interessi strategici di Russia e Turchia


 Dal momento in cui la Russia ha iniziato a operare stabilmente in Siria sono state compiute diverse violazioni dello spazio aereo turco: i velivoli da combattimento russi hanno sconfinato nello spazio aereo di Ankara in più occasioni. Le violazioni di maggiore rilevanza si sono verificate il  3 e 4 ottobre scorsi; in questi due casi aerei Su-24 e Su-30SM sono entrati nello spazio aereo della Turchia per diversi minuti, nonostante gli avvertimenti della difesa aerea. Il 24 novembre, un Su-24 russo è stato abbattuto al confine fra Siria e Turchia da caccia F-16 in seguito ad uno sconfinamento di circa 17 secondi nel territorio turco. L’abbattimento dell’aereo da guerra russo non è stata una semplice risposta all’ennesimo sconfinamento compiuto dall’aviazione russa. Quest’ultimo deve essere interpretato come la conseguenza naturale dell’avanzata dell’esercito siriano nel nordovest della Siria, nei pressi di alcuni villaggi a maggioranza turcofona, occupati dalle milizie d’opposizione turkmene, che al momento costituiscono un supporto fondamentale di Ankara nella zona nord-occidentale del paese. In questo scenario la Russia ha avuto un ruolo rilevante, effettuando dei raid aerei a supporto dell’offensiva siriana. La Turchia vuole impedire che la regione di Aleppo cada nelle mani dell’esercito siriano, il quale, con l’aiuto dei bombardamenti russi, sta accerchiando la parte della città ancora in mano ai ribelli. Inoltre Ankara sta facendo leva sulla diffusa preoccupazione europea che tra i profughi possano infiltrarsi i terroristi dello Stato Islamico. La notevole pressione che sta esercitando sulle forze occidentali ha come fine quello di ottenere il supporto per la creazione delle zone sicure o No fly zone nel nord della Siria, le quali potrebbero contenere campi profughi ed evitare che gli sfollati proseguano nel loro transito verso l’Europa. Si tratterebbe di fasce territoriali occupate, alle quali l’esercito siriano e i suoi alleati non avrebbero alcun accesso. In realtà il vero obiettivo è arrestare l’avanzata delle milizie curde dell’Ypg lungo il confine e mantenere aperti i canali di collegamento con i gruppi ribelli islamisti siriani appoggiati da Ankara. La Russia vuole evitare che ciò avvenga. In una prospettiva a lungo termine la Turchia teme che un’eventuale federalizzazione del territorio siriano permetta ai curdi di prendere il sopravvento sui territori che delimitano il confine fra la stessa Turchia e la Siria,  negando alla prima l’accesso al territorio siriano. Se il territorio siriano occupato dai curdi dovesse ottenere un riconoscimento internazionale come stato autonomo entro determinati confini, potrebbe spingere all’insurrezione i 10 milioni di curdi che popolano la Turchia e alimentare le ovvie pretese di autonomia.
Al momento ci sono fattori importanti che dovrebbero evitare l’escalation fra Turchia e Russia:
·       Le imprese turche hanno costruito una parte consistente delle infrastrutture dei giochi olimpici di Sochi; in cambio i Russi hanno ottenuto l’appalto per costruire una centrale nucleare sulle coste mediterranee della Turchia.
·       La Turchia è il secondo acquirente per quantità di grano importato dalla Russia dopo l’Egitto. Negli ultimi mesi ha acquistato 1,6 milioni di tonnellate di grano dalla Russia. Se questo scambio commerciale dovesse essere interrotto la Turchia sarebbe costretta ad acquistare il grano da altri paesi ad un prezzo più alto.
·       La Turchia è il secondo importatore di gas naturale russo al mondo. Mesi fa i due paesi hanno approvato la costruzione di un gasdotto attraverso il Mar Nero.
·       Buona parte del materiale pesante che la Russia trasporta verso la Siria segue una rotta marittima che include lo stretto dei Dardanelli, un canale di transito al quale non potrà rinunciare.
·       Negli ultimi anni la Turchia è stata una delle principali mete turistiche dei russi. Solo nel 2014 più di tre milioni di visitatori russi hanno speso 3,6 miliardi di dollari. Nello stesso anno il commercio tra questi due stati ha superato i 30 miliardi di dollari.
L’eventuale deterioramento dei rapporti economici e diplomatici fra Mosca e Ankara dipende dalla possibile sospensione delle sanzioni imposte a Mosca in merito alla questione ucraina. Nel caso in cui dovessero essere  ripristinati gli scambi commerciali tra Europa e Russia, quest’ultima potrebbe  interrompere il partenariato economico con la Turchia e continuare ad operare contro i ribelli siriani e le minoranze turcofone nel nord della Siria, alimentando un clima di tensione già alto.

Alessandro Ugo Imbriglia


mercoledì 2 dicembre 2015

Siria e Iraq al centro degli interessi internazionali



In Siria, nelle ultime settimane, le potenze sunnite hanno fornito missili anticarro a gruppi dell’Esercito Siriano Libero e del Fronte Islamico, mentre non si dimostra efficace l’offensiva delle forze armate del regime, sostenute dal supporto logistico e militare iraniano oltre che dai raid russi. Dunque il piano di Vladimir Putin, finalizzato a facilitare lo scontro tra Assad e i jihadisti per aumentare il potere di contrattazione del regime in un eventuale patto con la comunità internazionale, si sta rivelando più complicato del previsto. La Russia vorrebbe svolgere un ruolo da protagonista nella soluzione della crisi, perché ne uscirebbe rafforzata sul piano del prestigio, consolidando la propria posizione in Medio Oriente. Per tal motivo sta rafforzando i contatti con le altre potenze internazionali, lasciando intendere che la resistenza potrebbe partecipare al negoziato. La Russia sarebbe favorevole ad un passo indietro del presidente siriano dopo le elezioni, mentre Stati Uniti, Arabia Saudita e Turchia sosterrebbero le elezioni solo dopo l’uscita di scena di Assad. Nel frattempo, sul fronte iracheno, l’esercito e le tribù sunnite locali hanno sottratto il 40 per cento della provincia di Ramadi, a circa 127 chilometri a ovest di Baghdad, al gruppo Stato Islamico, compreso l’impianto di raffinazione di Baiji. La provincia di Ramadi si estende per 138.500 chilometri quadrati nella parte occidentale del paese, e prima del conflitto aveva un milione e mezzo di abitanti. Una seconda operazione via terra, condotta dai peshmerga e coaudivata dalle forze statunitensi è stata effettuata a sette chilometri a nord dalla città di Hawija,  nell’area occidentale dell’Iraq, al confine con il Kurdistan iracheno, e ha condotto alla liberazione di circa settanta ostaggi che stavano per essere giustiziati. Era  previsto che le truppe statunitensi si limitassero a fornire consulenza ai combattenti curdi, ma sono intervenute sul campo a causa delle difficoltà incontrate dal contingente curdo. Durante l’incursione ha perso la vita un militare statunitense, il primo da quando il presidente Obama ha ordinato il ritiro delle truppe dall’Iraq nel 2011. Inoltre è la prima volta che un soldato americano perde la vita in un combattimento sul terreno contro il gruppo Stato islamico. Il soldato è stato colpito a Hawija e poi trasportato all’ospedale di Erbil, dove è deceduto. A questo punto  sarà fondamentale per le forze irachene consolidare le due vittorie e giungere ad una riconciliazione con gli abitanti dei territori sottratti al controllo dello Stato Islamico. Una fonte del ministero della difesa iracheno ha rivelato che il governo iracheno non era stato informato dell’operazione di salvataggio. In questo quadro complicato gli Stati Uniti provano a coniugare gli interessi delle forze curde con gli obiettivi delle autorità irachene, che combattono entrambe contro lo Stato islamico, nonostante l’equilibrio precario che ha contraddistinto da sempre i loro rapporti. Dall’anno scorso diversi consiglieri militari e istruttori statunitensi sono tornati in alcune zone dell’Iraq per addestrare le truppe irachene e i combattenti curdi. A questo punto  sarà fondamentale per le forze curde ed irachene consolidare le due vittorie e giungere ad una riconciliazione con gli abitanti dei territori sottratti al controllo dello Stato Islamico.


Alessandro Ugo Imbriglia