Asia

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Metodo di ricerca ed analisi adottato

Per il medoto di ricerca ed analisi adottato

Vds post in data 30 dicembre 2009 sul blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com
seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al citato blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

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lunedì 2 febbraio 2009

Macroregione Asia centrale

Articolazione
Afganistan, Armenia, Azerbaijan, Cina ed Hong Kong, Georgia, Kazakistan, Kirghizistan,Tagikistan, Turkemenistan, Uzbekistan,

Paese,
Area,
Popolazione

Afganistan,
647,5
31,8
Armenia
29,8
2,9
Azerbaijan
86,6
8,1
Cina ed Hong Kong
9,5
1,3
Georgia
69,5
4,9
Kazakistan
2,7
15,1
Kirghizistan
198,5
4,7
Tagikistan
143,1
6,8
Turkemenistan
488,1
4,6
Uzbekistan,
447,4
25,5

Analisi dei fattori di squilibrio della macro area (2006)

CONFLITTI – I Paesi di quest’area hanno svolto una serie di esercitazioni militari. L’obiettivo di queste esercitazioni è quello di rispondere allo spiegamento militare USA-NATO. In particolare un ruolo importante viene svolto da Russia e Cina i quali hanno importanti interessi strategici ed economici nella regione in questione.
PAESI LIMITROFI IN CONFLITTO – Come detto sopra uno dei paesi aaleati dell’Asia centrale è la Russia la quale ha svolto diverse esercitazioni militari. A sua volta la Russia insieme alla Cina ha sottoscritto ampi accordi di cooperazione militare con l’Iran. Conseguentemente se venisse lanciata dagli americani l’operazione contro l’Iran e Siria, ciò potrebbe trasformarsi in un più ampio conflitto con il coinvolgimento indiretto della Russia, Cina e dei loro alleati centroasiatici.
RIFUGIATI – Uno dei paesi soggetti ad una delle crisi di rifugiati più gravi del mondo è l’Afghanistan. Dalla fine degli anni ‘ 70, a causa del persistente conflitto civile in corso nel paese, milioni di afghani si sono riversati nei confinanti Iran e Pakistan.
DISOCCUPAZIONE – Dopo il crollo dell’ex-Unione Sovietica è stata introdotta, all’interno dei paesi dell’Asia centrale, la democrazia e un’economia di mercato. Tuttavia i risultati non sono stati positivi, infatti la mancata realizzazione dell’economia di mercato ha comportato un alto tasso di disoccupazione.
SFRUTTAMENTO DI PETROLIO, ORO E DIAMANTI – Nella regione si trovano vaste riserve di materie prime. In particolare l’Afghanistan pur non avendo giacimenti petroliferi gioca un ruolo essenziale nel controllo delle risorse energetiche. Il Kazakistan è un altro chiaro esempio di economia fondat sulle risorse energetiche con un PIL che per il 30% è basato sulle risorse petrolifere e il 60% delle esportazioni deriva dalle vendite di petrolio.
AREA GEOGRAFICA – L’Afghanistan ha 647 mila Kmq, la superficie dell’Armenia è invece di 29 mila Kmq. L’Azerbaijan ha una superficie di 86 mila Kmq, la Georgia 69 mila Kmq, il Kazakistan 2.7 mila Kmq, il Kirgikistan 198 mila Kmq, il Tagikistan 143 mila Kmq, il Turkmenistan 488 mila Kmq, Cina ed Hong Kong 9.5 mila kmq e infine Uzbekistan 447 mila kmq.
AREA FORESTALE – Quest’area è essenzialmente montagnosa, in particolare le zone maggiormente montagnose sono: Kirghizistan, Kazakistan e Tagikistan.
FAZIONI ETNICHE E RELIGIOSE – Il caso più drammatico è rappresentato dall’Afghanistan che è caratterizzato dalla pluri-etnicità con gruppi e popolazioni diversi stanziati sugli stessi territori che hanno rappresentato tensioni e conflitti. I Taliban sono diventati una fazione arrogante e insensibile verso il rispetto di altre comunità.
MOVIMENTI INTERNI DI STRATI DI POPOLAZIONE – In quest’area la situazione è instabile, infatti le popolazioni cambiano spesso area di residenza all’interno della regione.
REGIME POLITICO – In quasi tutti i paesi dell’area sono presenti regimi autoritari.
NUOVI STATI FORMAZIONE INSTABILE – non si dispongono di informazioni.
CORRUZIONE – La situazione è negativa, infatti in questi paesi la corruzione assorbe immense risoese che dovrebbero essere destinate a sanità, istruzione e infrastrutture.
PNL PRO CAPITE – La situazione è positiva. In particolare il prezzo del petrolio è aumentato di oltre il 300%, quello del cotone del 60% e quello dell’oro del 250%.
CRESCITA ECONOMICA – Dopo l’indipendenza dall’Urss i paesi dell’Asia sono stati impegnati in una serie di politiche nazionali, ma non tutti sono riusciti ad avviare le transizioni per favorire la stabilità dei mercati.
FORZA LAVORO IN AGRICOLTURA – Si registra una discreta presenza di forza lavoro in questo settore.
AIUTO ESTERO – Uno dei paesi impegnato in quest’area è la Svizzera la quale ha evidenziato i seguenti obiettivi: riduzione del tasso di povertà, favorire lo sviluppo economico e transizione verso una nazione pluralistica ed economicamente autonoma.
HIV/AIDS – Si registra un elevato numero di contagi.
SPESA MILITARE – Si registrano aumenti della spesa militare in Asia centrale (+ 73%).
DISASTRI NATURALI – Quest’area è soggetta a possibili terremoti, inondazioni frane e siccità. Le azioni da porre in essere devono comprendere anche l’integrazione dell’adattamento ai cambiamenti climatici delle strategie di riduzione del rischio di disastri naturali e un’appropriata comunicazione alle popolazioni.
ISOLAMENTO GEOGRAFICO – Non si dispone di informazioni.
INDICE DI SVILUPPO UMANO – La speranza di vita si aggira intorno ai 70 anni.
POPOLAZIONE – L’Asia è il continente più esteso dove vive circa metà della popolazione mondiale. La densità media è di circa 80 ab. /Kmq, anche se la distribuzione è molto disomogenea.
CRESCITA DEMOGRAFICA – In base alle stime elaborate dalle Nazioni Unite si prevede che nel 2025 il continente asiatico raccoglierà quasi cinque miliardi di abitanti. Si tratta quindi di incrementi di notevole entità, anche se i saggi di crescita della popolazione cominciano già a subire un rallentamento.
Organizzazioni internazionali presenti nella macroarea
L’Asia centrale è una area molto vasta che comprende i seguenti Paesi: Afghanistan, Armenia, Azerbaijan, Cina, Hong Kong, Georgia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan.
Soffermiamoci ora sul ruolo svolto dalle organizzazioni internazionali all’interno di questi Paesi, partiamo dall’Armenia.
In Armenia un ruolo molto importante viene svolto dall’UNICEF la quale si adopera per ricostruire il tessuto sociale e familiare disgregato da guerre e conflitti, inoltre fornisce assistenza scolastica e sanitaria e sostegno alle donne vittime di abusi domestici.
A ciò va aggiunto che, per contrastare la tendenza all'abbandono dei bambini e all'esclusione dei piccoli con problemi di salute fisica o disabilità, occorre anche l’aiuto della Comunità internazionale.
Il progetto, sostenuto dall'UNICEF Italia, si basa soprattutto su tre interventi:
migliorare la qualità dell'offerta educativa, rendendo le scuole più "a misura di bambini" e formando gli insegnanti per l'accoglienza e l'inserimento dei bambini portatori di handicap o provenienti da famiglie a rischio;
sostenere e incrementare le organizzazioni non governative locali che si battono per contrastare l'istituzionalizzazione dei minori, con programmi di assistenza diurna e sostegno alle famiglie in difficoltà, e per l'integrazione dei portatori di handicap;
promuovere, anche attraverso le istituzioni locali e gli stessi collegi e istituti più aperti, una politica di recupero dei rapporti con i genitori o i familiari superstiti, promuovendo anche politiche di affido familiare.

Un’altra importante organizzazione è la Direzione dello sviluppo e della cooperazione la quale opera in Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan, in particolare le strategie messe a punto da questa organizzazione riguardano i seguenti temi:
Sanità: sostenere le riforme per favorire un più diffuso accesso ai sistemi sanitari in modo che l’intera popolazione ne possa trarre vantaggio.
Gestione delle risorse idriche e riduzione dei rischi di catastrofi naturali: aumentare la produttività dell’agricoltura, ampliare le capacità di analisi e gestire gli effetti delle catastrofi naturali.
Istituzioni pubbliche e servizi: migliorare la gestione dei beni pubblici mediante una utilizzazione trasparente ed efficace delle risorse nazionali.
Infrastrutture essenziali: favorire un tipo di utilizzazione idrica ed energetica durevole ed accessibile e ripristino di infrastrutture danneggiate.
Sviluppo del settore privato: sostegno del settore privato con particolare attenzione alle piccole e medie imprese, promozione del settore commerciale e di quello bancario.

In Cina, invece, il governo di Pechino sta approntando un nuovo regolamento per facilitare la registrazione e il lavoro delle organizzazioni non governative. Tale regolamento varrà sia per le Ong nazionali che per quelle internazionali.
Esse portano nel paese milioni di euro e nuove e moderne tecnologie per lo sviluppo educativo, sanitario, per i disabili, tutti campi umanitari a cui lo Stato non riesce a fare fronte.

Finora le Ong potevano operare in Cina solo se trovavano un dipartimento del governo che garantisse per loro davanti allo Stato. Proprio per questo motivo finora le organizzazione non governative venivano chiamate con il nome contraddittorio di "ong- organizzate dal governo". Tutto questo portava al freno negli impegni delle Ong e a un controllo serrato delle loro attività.
Secondo alcuni osservatori, il cambiamento di politica verso le Ong è dovuto ai problemi che lo Stato incontra nell'affrontare emergenze e problemi sociali. Nella Cina di oggi molte ditte statali - che una volta assicuravano casa, medicine, scuole, pensione per anziani – sono ormai allo sfascio; in più le campagne e le zone montagnose sono distanti dal progresso economico delle città.
L'apertura alle Ong, anche a quelle internazionali, permette una risposta ai bisogni emergenti:come ad esempio, scuole per i poveri in città; educazione contro l'Aids; controllo dell'inquinamento.
Per quanto riguarda, invece, la Georgia vi sono molte Organizzazioni Internazionali che destinano programmi d’assistenza a questo Paese, tra le organizzazioni più attive spiccano la Commissione Europea e il programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP).
Entrambi hanno concentrato il proprio operato su obiettivi di governance e democrazia piuttosto che sullo sviluppo economico.
Ancora un’altra fondamentale organizzazione operante in Asia centrale è l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).
In particolare gli obiettivi che questa organizzazione si prefigge di raggiungere sono:
prevenzione dei conflitti, gestione delle crisi e ricostruzione postconflittuale;
promuovere modi e mezzi che consentano all’OSCE di favorire lo sviluppo di un quadro giuridico, istituzioni politiche democratiche e procedure che prevedano il rispetto dei diritti umani;
agevolare i contatti e promuovere scambio di informazioni nonché la cooperazione con organizzazioni e istituzioni internazionali;
stabilire e mantenere contatti con autorità locali, università, istituzioni di ricerca e ONG;
collaborare nell’organizzazione di avvenimenti OSCE regionali, tra cui, seminari regionali e visite nella regione di delegazioni OSCE, nonché di altre manifestazioni con la partecipazione dell’OSCE.

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