Asia

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Metodo di ricerca ed analisi adottato

Per il medoto di ricerca ed analisi adottato

Vds post in data 30 dicembre 2009 sul blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com
seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al citato blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

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domenica 30 giugno 2019

sabato 1 giugno 2019

Implicazioni strategiche delle impresiecinesi allpestero IV


4.1  Profili delle imprese cinesi all'estero


Hieno Klmck
La capacità aziendale della Cina è cresciuta a livello internazionale nel corso degli ultimi decenni (tab. 5). Nel 2009, quando Forbes ha pubblicato la lista delle più grandi aziende del mondo in base a vendite, profitti, risorse e valore di mercato, la Cina era presente con ben 91 membri [1],  mentre due anni prima compariva soltanto con 44 unita’.[2]
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Fonte: C-ODI XRG Report (ottobre 2009)

4.2  Aziende Petrolifere

In Cina, il più grande produttore e fornitore di petrolio greggio e gas naturale è la China National Petroleum Corporation (CNPC), che è anche uno dei principali  fornitori e produttori di petrolio raffinato e di prodotti petrolchimici, nonche’ uno dei maggiori operatori internazionali del settore. La CNPC ha decine di progetti di sviluppo e di produzione di gas e petrolio in Medio Oriente, Nord Africa, Asia centrale, Russia e Sud America.  Nel 2003 la produzione annuale di petrolio greggio ha superato i 122 milioni di tonnellate e quella di gas naturale ha oltrepassato i 26 miliardi di metri cubi, portando il totale degli investimenti all'estero della CNPC ad oltre 4 miliardi di dollari in 19 paesi.[3] Nel 2005, ha acquistato per 4,2 miliardi la Petro-Kazakistan, ha investito 400 milioni in 15 giacimenti venezuelani ed è entrata in joint venture 50:50 in Uzbekistan, per lo  sviluppo di 23 campi petroliferi [4].
La China National Offshore Oil Corporation (CNOOC) è una compagnia petrolifera di stato costituita nel 1982, che  il governo cinese ha individuato quale attore primario nell’esplorazione e nello sfruttamento di gas e riserve di petrolio in Cina e in mare aperto, in collaborazione con partners stranieri. I principali settori di attività della CNOOC riguardano l'esplorazione e lo sviluppo petrolifero e gassoso, i servizi tecnici e logistici, la chimica e la produzione di fertilizzanti, la produzione di energia elettrica con l’utilizzo di gas naturale e, infine, i servizi finanziari.
Nel 2002, la CNOOC ha pagato 585 milioni per le operazioni petrolifere dell’indonesiana Repsol, divenendo il più grande produttore di petrolio offshore del paese.  L'accordo prevedeva l'acquisto dell'equivalente di circa 360 milioni di barili di petrolio per aumentare la produzione della CNOOC di circa il 17%.  Successivamente, nel 2003, ha  acquistato una quota del 12,5% nel vasto campo di gas naturale di Gorgon, al largo della costa occidentale dell'Australia, e ha investito 347 milioni di dollari nel North West Shelf Gas Project australiano.
Probabilmente, tuttavia, l’evento piu’ noto non e’ un’acquisizione coronata dal successo, bensi’ un fallimento, in particolare quello del tentativo andato a monte nel 2005 di acquistare la società americana UNOCAL. La CNOOC offri’ infatti 18.5 miliardi di dollari ma, a causa di forti pressioni politiche esercitate dal Congresso degli Stati Uniti, ritiro’ la sua proposta.[5]
La Sinopec è la principale società cinese di raffinazione e produce il 25% circa del greggio nazionale. Nel 2004, con entrate che ammontavano a 72,8 miliardi dollari, ha acquistato per 153 milioni l’americana First International Oil Corporation, che svolgeva attività in Kazakhstan,  e a maggio del 2005  ha sborsato 84 milioni per una partecipazione nel progetto canadese Northern Lights.[6]

4.3  Aziende delle comunicazioni

Fondata nel 1988 da un ex ufficiale dell'esercito cinese, nel giro di 20 anni la Huawei è riuscita a diventare la piu’ grande azienda cinese di telecomunicazioni wireless e di apparecchiature di rete e il quarto produttore mondiale della categoria. La sua attività all'estero iniziò nel ’96, puntando ai mercati emergenti dell’Africa, dell’Asia e dellIndia, dove riuscì ad espandersi rapidamente grazie a una politica di sconti massicci che giungevano sino  al 50% rispetto ai  concorrenti occidentali. Nel 2005 ha registrato un fatturato di oltre 8,2 miliardi di dollari: più della metà dei ricavi proveniva da mercati esterni alla Cina. La Huawei ha gareggiato con successo contro i concorrenti europei e statunitensi per la fornitura di attrezzature a grandi operatori come British Telecom, T-Mobile, Vodafone, Telefonica e Cox Communications.[7]  Nel 2009 l'impresa libica Sirte ha aggiudicato a Huawei un contratto di 12 milioni di euro per  realizzare a Tripoli linee in fibra ottica per i servizi di rete di prossima generazione.[8] La riuscita combinazione di bassi prezzi, marketing aggressivo e qualità del servizio le hanno aperto le porte di tutto il globo e in  particolare del mondo in via di sviluppo.
Il concorrente principale di Huawei è la ZTE Corporation, fondata nel 1985 a Shenzhen (dove ha sede anche la Huawei). Nella classifica mondiale del 2008, la ZTE si è classificata ottava tra i  produttori di apparecchiature di rete e sesta tra quelli di apparecchi telefonici. La ZTE fa parte del programma China Torch Program che rappresenta un’iniziativa strategica lanciata dal Consiglio di Stato per sviluppare le capacità indigene nel settore high tech  e favorirne l’espansione all’estero.  La ZTE è quotata a Hong Kong.  L'offerta pubblica è parte di una strategia per consentire alla società di avere una forte piattaforma finanziaria per operare all'estero. Anche i primi tentativi oltreconfine di questa società riguardavano le economie emergenti. La  ZTE offre servizi di telecomunicazione in Egitto, Indonesia, India, Pakistan e Russia con vari tipi di apparecchiature.[9]  Nel 2009 si e’ aggiudicata un contratto di 41 milioni di euro per ampliare la rete della  società di telecomunicazioni libica Libyana.[10] 
La Legend, il più grande produttore di computer cinese, ha lanciato la Lenovo come marchio globale per espandersi all'estero, dopo la storica acquisizione della Divisione PC dell’IBM tra il 2004 e il 2005. Prima di quest'acquisizione, la Legend Group era basata a Hong Kong, ancorché fosse controllata da cinesi, ed era per il 54% di proprietà della Legend Holdings, con sede a Pechino, e per il 46% di altri azionisti.  Di contro, la Legend Holdings era per il 65% di proprietà del governo e per il 35% di proprietà del personale. Associandosi ad una marca molto rinomata, l'azienda cinese ha rapidamente elevato il suo profilo internazionale e ha ottenuto un immediato accesso a nuovi mercati. Da una condizione di società a malapena conosciuta al di fuori della Cina, con l’acquisto dell’IBM PC la Lenovo è balzata al 3° posto tra i produttori mondiali di PC, preceduta solo da Dell e Hewlett-Packard, e ha accumulato un fatturato di 13 miliardi di dollari. Il prezzo delle azioni Lenovo aumentò di oltre il 60% nel periodo luglio-dicembre 2005, chiaro segnale del vasto consenso degli investitori all’operazione.[11] Nel 2007-2008, le vendite della Lenovo raggiunsero i 16,4 miliardi, con un aumento del 17% rispetto all'anno precedente, mentre il conseguimento di un utile ante imposte di 560 milioni fece registrare un incremento del 237%, mantenendo riserve di liquidità per 1,6 miliardi.[12]
La strategia di globalizzazione a lungo termine della Lenovo è esemplificata dal suo doppio quartier generale in Cina, a Pechino, e negli Stati Uniti a Raleigh (North Carolina), nonché dalla decisione di stabilire il proprio hub di comunicazione e commercializzazione globale in India, segno evidente di crescenti ambizioni internazionali.[13]  Nel 2007 la Lenovo annunciò che non avrebbe più usato il marchio IBM sui suoi prodotti, a dimostrazione  della fiducia che la società nutriva nell’appeal del proprio  marchio, nonostante fosse pienamente titolata a farlo. Il ThinkPad IBM fu invece immediatamente ridenominato Lenovo Thinkpad, senza alcun logo IBM, subito dopo l'acquisizione del 2004-2005 e molto prima del previsto.[14]

4.4  Produttori di beni di consumo

Fondata nel 1984 come fabbrica di frigoriferi di Qingdao, le umili origini dell’Haier Group sono scarsamente visibili ora che è diventato il quarto produttore di elettrodomestici al mondo. Negli ultimi 20 anni, la Haier ha prodotto più di 100 milioni di apparecchi per i consumatori di tutto il pianeta. La ditta fornisce la sua vasta gamma di elettrodomestici e prodotti elettronici di consumo attraverso una rete mondiale di uffici vendita e marketing che coprono ben 168 paesi e nel 2007 ha raggiunto un fatturato di 16,2 miliardi dollari.[15] Il grande vantaggio dell’Haier Group risiede nella sua cultura di innovazione continua trasmessa all’azienda dal suo presidente, Zhang Ruimin. L’Haier gestisce 10 istituti di design e la sua vasta gamma di prodotti e’ venduta in tutti i mercati del Medio Oriente, del Sud e Sud-Est Asiatico, dell’Europa e degli USA. L’Haier è conosciuta in tutto il mondo per la sua capacità di soddisfare le specifiche esigenze di nicchia dei propri clienti. Ad esempio, ha creato un frigorifero appositamente progettato per l'ambiente desertico del Medio Oriente. Ha stabilimenti in più di una dozzina di paesi molto diversi tra loro, dagli Stati Uniti al Pakistan.  Il Gruppo Haier si considera un’entità  di proprietà collettiva dei lavoratori e non una Società di proprietà statale in senso stretto. Alcune sue attività sono quotate in borsa a Hong Kong e Shanghai, ma poco si sa circa i  suoi principali azionisti.[16] Nonostante la portata mondiale delle sue operazioni, infatti, la proprietà del Gruppo non è chiara, poiché la struttura di controllo e le attività che svolge non hanno niente in comune con le imprese delle economie sviluppate.[17]


[1] “The World’s Biggest Public Companies,” Forbes Asia, April 27, 2009, 35.
[2]  “2000 World Leaders,” Forbes, April 16, 2007, 135.
[3] Zhang, “Going Global:  The Why, When, Where, and How  of Chinese Companies’ Outward Investment intentions,”  35. 
[4] “China Spreads its Wings – Chinese Companies Go Global,” http://www.accenture.com//.  
[5] Zhang, “Going Global:  The Why, When, Where, and How of Chinese Companies’ Outward Investment intentions,” 35-36.
[6] “China Spreads its Wings – Chinese Companies Go Global,” http://www.accenture.com//. 
[7] “Up, Up, and Huawei,” The Economist, September 26, 2009, 12.
[8] “ZTE Corp Wins €41M Contract,” South China Morning Post, September 13, 2009,  B2.
[9] China Spreads its Wings – Chinese Companies Go Global,” http://www.accenture.com//. 
[10] “ZTE Corp Wins €41M Contract,” B2.
[11] “Going Global; Prospects and Challenges for Chinese Companies on the World Stage,” IBM Institute for Business Value, 2006, 10.
[12] “Going Global Poses New Challenges for Chinese Companies,” Singapore Management University, http://knowledge.smu.edu.sg/article.cfm?articleid=1159.
[13] “Top 10 Brands Likely to go Global,” Media, December 14, 2007, 51.
[14] Jane Spencer, “Lenovo Will Shed IBM Name Early,” The Wall Street Journal Asia, November 2, 2007,  4.
[15] “Going Global Poses New Challenges for Chinese Companies,” Singapore Management University, http://knowledge.smu.edu.sg/article.cfm?articleid=1159.
[16] Zhou Yang, “Haier’s Chairman on His Quest for a Global Brand,” The Wall Street Journal, March 12, 2007, 31.
[17] Yibing Wu, “China’s Refrigerator Magnate,” pg. 108.