Asia

Per la traduzione in una lingua diversa dall'Italiano.For translation into a language other than.

Il presente blog è scritto in Italiano, lingua base. Chi desiderasse tradurre in un altra lingua, può avvalersi della opportunità della funzione di "Traduzione", che è riporta nella pagina in fondo al presente blog.

This blog is written in Italian, a language base. Those who wish to translate into another language, may use the opportunity of the function of "Translation", which is reported in the pages.

Metodo di ricerca ed analisi adottato

Per il medoto di ricerca ed analisi adottato

Vds post in data 30 dicembre 2009 sul blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com
seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al citato blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

Cerca nel blog

lunedì 23 dicembre 2013

Auguri


A tutti gli amici e lettori di questo blog



I più sinceri auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo

mercoledì 18 dicembre 2013

Thailandia: le proteste crescono


thailandia131
La nuova ondata di proteste contro il Primo Ministro thailandese Yingluck Shinawatra è arrivata ormai alla seconda settimana ma è destinata nel weekend ad una breve tregua. I protagonisti degli scontri di piazza, le cosiddette “camicie gialle”, esponenti ultramonarchici e antigovernativi, hanno deciso di rispettare i festeggiamenti del compleanno del Re Bhumibol Adulyadej. L’interruzione sarà temporanea e la protesta riprenderà alla fine dei festeggiamenti, dopo la grande tensione accumulatasi a Bangkok negli ultimi giorni. Dall’inizio di dicembre i manifestanti hanno iniziato a scontrarsi con la forze di polizia che respingevano gli assalti ai ministeri. Le “camicie gialle” sono schierate contro il Pheu Thai Party del Primo Ministro e sono vicine al partito di opposizione Democratic Party. La causa scatenante dei tumulti è da rintracciarsi nella legge di amnistia voluta dal Premier e della quale beneficerebbe suo fratello Thaks! in Shinawatra. Questi è stato Primo Ministro fino al 2006 quando un colpo di Stato dei militari l’ha deposto; oggi è in esilio dopo una condanna per abuso e conflitto di interessi. I festeggiamenti del Re arrivano a placare temporaneamente anche le tensioni tra “camicie gialle” e i contromanifestanti delle “camicie rosse”, gruppo di pressione politica filo-Thaksin. Le “camicie gialle” però hanno annunciato che continueranno a protestare finché non solo la legge di amnistia verrà ritirata ma anche Yingluck rassegnerà le dimissioni in quanto considerata un fantoccio del fratello esiliato. L’intento è di rovesciare il grande potere del Pheu Thai Party che da solo ha conquistato la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento alle elezioni del 2011, dando maggiore fiducia all’esecutivo di Yingluck e accelerando la presentazione dell’amnistia.
i integrazione tra Federazione Russa, Bielorussia, Kazakistan e altri Paesi dello spazio post-sovietico(Fonte C.E.S.I)
 Chi non desidera questo post è pregato di scrivere a geografia2013@libero.it

lunedì 16 dicembre 2013

Orizzonti Cina: novembre 2013




  
Bentornati alla newsletter OrizzonteCina (ISSN 2280-8035)
Il numero di novembre tratta di:

• La politicizzazione della ricerca orientata alle politiche pubbliche

• Nuova procedura penale e cooperazione internazionale

• Ripresa in attesa delle riforme

• La degenerazione del modello di sviluppo

• I think tank in Cina: da “penne di partito” a “imprenditori di idee”?

• Lotta alla corruzione e cooperazione Cina-Europa. Intervista a Pino Arlacchi

(cliccando su numero di novembre si va agli articoli proposti. Chi non desidera questo post
è pregato di scrivere a geografia2013@libero.it. I commenti possono essere fatti sulla casella annessa a questo post: www.coltrinariatlanteasia.blogspot.com)

venerdì 13 dicembre 2013

Cina: tensione con Giappone e Stati Uniti per la ADIZ nel Mar Cinese Orientale

Cina
Cina 130
Le relazioni della Cina con Giappone e Stati Uniti vivono una nuova escalation di tensione. La causa è stata l’istituzione da parte di Pechino di una Zona di Identificazione per la Difesa Aerea (ADIZ) che, racchiudendo gran parte del Mar Cinese Orientale, si sovrappone alla Zona Economica Esclusiva (ZEE) del Giappone. Con l’ADIZ gli aerei che sorvolano l’area devono fornire i propri piani di volo all’autorità cinese, mentre il diniego di informazioni porta potenzialmente all’attuazione di contromisure militari. I piani difensivi cinesi però non sono scattati quando due bombardieri B-52 dell’Aeronautica Militare degli Stati Uniti hanno sorvolato l’ADIZ senza identificarsi. La mossa statunitense ha dato il via alla violazione dell’ADIZ anche da parte del Giappone e della Corea del Sud. La mossa cinese è una chiara provocazione rivolta al Giappone per quanto riguarda le dispute nel Mare Cinese Orientale: queste, infatti, compren! dono sia le isole Senkaku (chiamate Diaoyu dai cinesi) che il giacimento di gas di Chunxiao. Le rivendicazioni territoriali cinesi sul tratto di mare in questione hanno sempre trovato una reazione decisa da parte di Tokyo, coadiuvata da Washington, che anche stavolta non si è fatta attendere. Il braccio di mare conteso è strategico per Pechino, non solo perché è tra i più pescosi dell’Asia ed è un corridoio fondamentale dei traffici del Sud-est asiatico. Averne il pieno controllo porterebbe la Cina ad una maggiore influenza regionale e al contempo consentirebbe di allontanare ancor di più dalle sue coste la presenza della Marina Militare statunitense con le sue portaerei.

giovedì 5 dicembre 2013

Afganistan:Isaf deve rimanere fino alla fine

Missione Isaf
Il conto salato di un ritiro preventivo dall’Afghanistan
Claudio Bertolotti, Francesco Giumelli
25/11/2013
 più piccolopiù grande
In occasione del dibattito sul rinnovo del finanziamento alle missioni, sono state presentate due mozioni di minoranza, Sinistra Ecologia e Libertà (Sel) e Movimento 5 Stelle (M5s), che ripropongono la tradizionale richiesta del ritiro immediato del contingente italiano. Benché la posizione del governo e della maggioranza parlamentare sia del tutto diversa, queste mozioni alimentano nell'opinione pubblica aspettative e opinioni irrealistiche e forse anche politicamente dannose, che potrebbero complicare l'attuazione della strategia di progressivo disimpegno attualmente in corso.

Il tutto avviene a dispetto degli impegni presi a livello internazionale, della politica estera in generale e degli accordi bilaterali Italia-Afghanistan in particolare.

Caro prezzo
Mentre la Camera dei deputati sta discutendo il rifinanziamento delle missioni internazionali fino al 2013, questa proposta appare interessante se non fosse che l’Italia ha già annunciato il suo ritiro dall’impegno “operativo” dopo le elezioni per il successore del presidente Hamid Karzai.

Il ritiro, previsto per il dicembre 2014, si inserisce in un quadro già concordato con gli alleati Nato, anch'essi in fase di disimpegno che prevede già la riduzione del contingente italiano con il rientro di 486 militari italiani a dicembre. Anticipando il ritiro solamente di alcuni mesi si dovrebbe pagare un prezzo molto alto.

Isaf (ad oggi 87 mila unità) vede la partecipazione di quasi cinquanta nazioni. Dal 2007, la Nato ha diviso la presenza di Isaf in sei comandi regionali al fine di contribuire al ristabilimento delle istituzioni statali e sostenere i circa 27 Provincial Reconstruction Team, la cui attività riguarda ad esempio la costruzione di strade, scuole e ospedali. L’Italia è responsabile della Comando occidentale, al confine con Iran e Turkmenistan, e l’intera area di competenza italiana è composta da quattro province.

Transizione
In previsione di concludere la fase “combat” entro il 2014, i comandi regionali hanno iniziato la transizione dei poteri alle forze di sicurezza locali. Il piano è diviso in cinque tranche e i tremila soldati italiani hanno già ceduto la responsabilità della sicuezza dell’87% della popolazione locale e dell’80% del territorio che controllavano nel 2010 (che dovrebbe diventare quasi il 100% entro fine anno).

Questo processo di responsabilizzazione delle autorità locali è stato voluto principalmente dall’amministrazione Obama, che nel 2009 ha deciso di inviare 33 mila nuove truppe in Afghanistan e allo stesso tempo di programmare il ritiro della quasi totalità del contingente americano tra il 2011 e dicembre 2014.

Nel 2015 dovrebbe prendere il via la missione Resolute Support della Nato, un impegno militare limitato e concentrato su addestramento ed equipaggiamento delle forze afgane - ma sufficiente per intervenire a loro sostegno - con il mantenimento di nove basi e l’istituzione di cinque comandi assegnati a Stati Uniti (aree meridionali e orientali), Germania (area settentrionale), Italia (area occidentale) e Turchia ( distretto di Kabul). I dettagli della missione sono proprio al centro di colloqui fra l’amministrazione americana ed il governo di Hamid Karzai nell’ambito di un programma strategico pensato sul piano della politica estera. L’opposto di quello che potrebbe discutere il Parlamento italiano.

Sfide
Andare via in questo momento presenterebbe tre sfide cruciali. In primo luogo metterebbe in discussione la credibilità dell’Italia nell’Alleanza atlantica. Roma ha partecipato alla missione fin dall’inizio ed è oggi uno dei paesi più rilevanti in Afghanistan. Violare gli accordi bilaterali con lo stesso governo di Kabul sarebbe un duro colpo dato ai nostri alleati.

Vi è poi una sfida tattica. Che cosa accadrebbe alla transizione in corso nelle province ancora controllate anche dalle forze italiane? Queste province hanno tuttora forti problemi legati alla sicurezza. Abbandonarle significa fare una cortesia ai gruppi di opposizione armata, vanificando gli sforzi fatti negli ultimi anni.

La terza sfida riguarda la tempistica del ritiro. Per portare a casa i nostri militari non basta comprare loro un biglietto aereo. Il ritiro coinvolgerebbe uomini ed equipaggiamenti accumulati in dodici anni di missione. Tutto questo deve essere fatto in sicurezza, perché attaccare contingenti militari che stanno facendo le valigie sarebbe un ottimo colpo per le forze che intendono destabilizzare la transizione e la legittimità del governo centrale.

In queste condizioni è difficile pensare che esistano i tempi per completare un ritiro prima della data prefissata.

Le forze di sicurezza afghane registrano oggi in media cento caduti al giorno. Nel breve termine, questa situazione lascia presagire uno scenario molto più prossimo a un collasso del governo di Kabul che non a una condizione di stallo dinamico, così come attualmente garantito dalla presenza di truppe straniere sul suolo afghano.

Gli Stati Uniti hanno studiato un piano di cinque anni per lasciare l’Afghanistan, la proposta presentata da M5s e Sel lo vorrebbe fare in poche settimane. M5s e Sel propongono di andarsene per risparmiare alcuni milioni di euro (molti meno dei 124,5 stanziati dal decreto per la missione Isaf ai quali andrebbero sottratti quelli per il ritiro), ma al prezzo di costi umani, sociali e politici di valore estremamente superiore al risparmio economico.

A pagare l’immaturità di questa eventuale scelta sarebbero gli afghani e la comunità internazionale. Le truppe straniere - e tra queste anche l’Italia - dovrebbero lasciare l’Afghanistan dopo aver contribuito a creare adeguate forze di sicurezza locali in grado di garantire la prosecuzione dei progetti avviati e gestire la conflittualità.

Francesco Giumelli è assistant professor presso il Departmento di Relazioni internazionali e organizzazione internazionale dell’Università di Groningen. Al momento lavora sull’efficacia delle sanzioni dell’Unione Europea e sulle missioni internazionali dell’Unione Europea.
Claudio Bertolotti (Ph.D) analista strategico, ricercatore senior presso il Centro militare di Studi strategici e docente di "società, culture e conflitti dell'Afghanistan contemporaneo", è stato capo sezione contro-intelligence e sicurezza di Isaf in Afghanistan. Opinionista, autore di saggi, analisi e articoli di approfondimento sul conflitto afghano
.
- See more at: http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=2466#sthash.EjKKDASC.dpuf

martedì 3 dicembre 2013

Kasakistan: Religioni, etnie e civiltà. Conferenza IsAG 10 dicembre 2013


l'Istituto in Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG) è lieto d'invitarvi alla conferenza Religioni, etnie e civiltà nel Kazakhstan contemporaneo, che si terrà martedì 10 dicembre 2013, alle ore 16.00, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani del Senato della Repubblica, in Via della Dogana Vecchia 29, a Roma.

La Repubblica del Kazakhstan, che ha acquisito l’indipendenza nel 1991 in seguito alla dissoluzione dell’URSS, è uno dei Paesi più variegati del mondo sotto il profilo della composizione nazionale e religiosa: sul suo vasto territorio si contano infatti oltre 130 gruppi etnici e 40 confessioni all’interno di una popolazione di circa 16 milioni di abitanti. La strategia perseguita per governare su una realtà così eterogenea si è concretizzata nell’adozione di una serie complessa di principi generali e di provvedimenti legislativi che sono stati riconosciuti tra i più riusciti al mondo riguardo alla convivenzainterculturale.

L’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausialiarie (IsAG) organizza una tavola rotonda per discutere approfonditamente di questa tematica. Nel corso dei lavori sarà presentato il volume L’unità nella diversità. Religioni, etnie e civiltà del Kazakhstan contemporaneo, a cura di Dario Citati e Alessandro Lundini, frutto di un lavoro collettaneo dei ricercatori IsAG, corredato di documenti originali kazaki tradotti in lingua italiana e di un’intervista inedita.

Il programma completo in formato PDF può essere consultato cliccando qui.

Interverranno alla conferenza, tra gli altri, S.E. Andrian Yelemessov, Ambasciatore del Kazakhstan in Italia, e la Sen. Stefania Giannini.

Per partecipare all’evento è necessario registrarsi scrivendo all'indirizzo eventi@istituto-geopolitica.eu., indicando nome, cognome, indirizzo e-mail di ciascun partecipante. Gli operatori dell’informazione (giornalisti e fotografi), in aggiunta all’iscrizione, sono tenuti a comunicare la propria presenza all’indirizzo accrediti.stampa@senato.it. L’accesso alla sala è consentito fino al raggiungimento della capienza massima. Per gli uomini è d’obbligo l’abbigliamento in giacca e cravatta. Non saranno accettate iscrizioni dopo le ore 12 del giorno 9 dicembre.


Daniele Scalea
Per consultare gli archivi di Event i– IsAG // cliccare
Per contattarci // cliccare

inv
inv
inv
L'accesso alla Eventi – IsAG è gratuito. Si prega di farla circolare e diffondere ampiamente. Lei ne ben

domenica 1 dicembre 2013

India: lotte Spectrum


India | Cellulari | Le aziende di più


La decisione del governo indiano di abbassare i prezzi di base per un cruciale asta di spettro cellulare, prevista per gennaio 2014, si conclude mesi di incertezza per le società di telecomunicazioni in India, ma diverse decisioni cruciali sono stato rinviato.
Il 22 novembre, il gruppo di potere del governo di ministri (EGoM) ha preso una decisione definitiva ad abbassare i prezzi di riserva per la prossima asta sostanzialmente, rispetto a quelli in due turni d'aste precedenti. Dopo le rivelazioni nel novembre 2010, che un'asta 2008, che ha assegnato le licenze di telecomunicazioni e legato spettro 2G è stato afflitto da una truffa con sospetto di corruzione, volutamente prezzi bassi e numerose irregolarità procedurali, nel febbraio 2012, la più alta corte indiana, la Corte Suprema, ha cancellato 122 del originali licenze 2008. Come risultato, molte aziende chiuse in tutto o uscivano alcune delle 22 aree di servizio di telecomunicazioni in India (chiamato cerchi). La Suprema Corte ha anche ordinato al governo di mettere all'asta l'intero spettro liberato dalla cancellazione di queste licenze.
Fallimenti passati
Di conseguenza, il governo ha tenuto due aste, a novembre 2012 e marzo 2013; punto da accuse che aveva perso ricavi preziosi attraverso la truffa, ha fissato i prezzi di riserva elevati per entrambi. Tuttavia, molti operatori telefonici rifiutato di partecipare, dicendo che i prezzi non giustificano un business case per l'offerta, soprattutto perché erano già affrontando una forte competizione, indebitamento crescente, i margini di scorrimento e il calo dei ricavi medi per cliente. Nel primo novembre 2012 asta, dunque, il governo ha ricevuto offerte per solo 101 dei 176 blocchi che all'asta e meno di un quarto dei ricavi attesi. L'asta marzo 2013 era peggio: nonostante l'abbassamento del prezzo di base per i blocchi rimanenti del 30%, ha ricevuto nessuna offerta a tutti per lo spettro GSM, anche se una società, Sistema Shyam Teleservices, ha acquistato frequenze nella banda 800 MHz separato utilizzato da CDMA operatori.
Sono prezzi abbastanza basso?
Il governo è ancora legato per ordine del giudice per completare il processo d'asta, ed è anche desideroso di puntellare le finanze pubbliche vacillanti con nuove entrate. Se le aziende si rifiutano di partecipare, il governo rinuncia a entrate di grandi dimensioni, qualcosa che non può permettersi di fare ciò che si destreggia rallentamento della crescita del PIL e un alto deficit fiscale. Dal mese di marzo, quindi, quattro diversi organismi, tra cui il EGOM hanno esaminato la questione chiave dei prezzi per la prossima asta.
Nel settembre 2013, regolamentazione delle telecomunicazioni in India, l'Autorità per le telecomunicazioni of India (TRAI) ha raccomandato una serie di prezzi inferiori fino al 60% rispetto a quelli in aste precedenti. All'inizio del mese scorso, Telecom Commissione del governo in disaccordo con la TRAI, proponendo i propri prezzi. Il EGOM ha concordato con la Commissione Telecom, raccomandando un prezzo tutto l'India riserva Rs17.65bn (US $ 283m) per MHz dello spettro per la banda di frequenza di 1.800 MHz utilizzata per i servizi di telefonia mobile di base, il 15% in più rispetto raccomandazione di TRAI. Per i più efficienti e ambita fascia 900MHz, che sarà venduto solo in tre zone principali di Delhi, Mumbai e Kolkata, la EGOM consigliato un prezzo di riserva di Rs8.13bn. Che è del 25% superiore al prezzo suggerito al TRAI, ma ancora il 53% inferiore a quello dell'ultima asta.
Industria piange fallo
Anche se questo offre qualche sollievo al settore, una grande denuncia arriva da aziende che hanno acquistato spettro a tassi elevati nelle aste precedenti, tra cui Videocon Telecommunications, Telenor in Norvegia, Idea Cellular, e Sistema Shyam, la cui scelta è stato quello di partecipare o chiudere le operazioni, poiché i loro titoli sono stati tra quelli annullati dalla Corte Suprema. Videocon, per esempio, ha detto che ha pagato un Rs22.22bn esorbitante per lo spettro in sei cerchi in quanto aveva già investito oltre US $ 2 miliardi nella sua attività e sarebbe stato costretto a chiudere, senza spettro. Allo stesso modo, Idea Cellular ha acquistato spettro in sette cerchi in quanto aveva già investito Rs51bn nella sua attività. Queste aziende sottolineano che i nuovi prezzi confermano solo che i prezzi precedenti erano troppo elevato e che ora fatica a sopportare tali costi, mentre in competizione con coloro che pagheranno molto meno. Per livellare il campo, vogliono il governo a rimborsare loro la differenza tra quello che hanno pagato nel mese di novembre e gli eventuali prezzi pagati nel mese di gennaio 2014 un'asta di.
Nonostante queste lamentele, l'asta è improbabile che fallire, dal momento che tutte le aziende hanno fame di spettro per sostenere la crescita. Gli analisti dicono che la forte concorrenza per lo spettro, almeno in ambito banda 900 MHz nei mercati in crescita di Delhi e Mumbai, potrebbe guidare i prezzi finali non del 30-40% superiori ai prezzi di riserva. Controllo scarso spettro in questi due mercati è fondamentale, dal momento che rappresentano il 11% dei ricavi totali di telecomunicazioni in India e il 14% e il 20% dei ricavi rispettivamente di India due più grandi società di telecomunicazioni Bharti Airtel e Vodafone.
Alcune aziende hanno un altro motivo per fare offerte in modo aggressivo. Licenze originali di Vodafone a Delhi, Mumbai e Kolkata e Airtel di a Delhi e Kolkata e Loop Telecom a Mumbai, tutte scadono nel mese di novembre 2014. A quel tempo, devono tornare al governo lo spettro di accompagnamento fino a 8 MHz che siano in possesso entro la banda 900 MHz in queste tre città. Poiché la EGOM ha respinto la loro richiesta di riservare spettro per loro, devono fare offerte in asta prossimo per mantenere spettro anticipo rispetto alla scadenza della licenza. Rischiano di perdere il loro spettro del tutto se sono superata da altri, un incentivo per fare offerte in modo aggressivo.
Le decisioni importanti rinviate
Il EGOM anche deciso di consentire alle imprese di commercio spettro tra di loro per la prima volta, e non solo l'acquisto di spettro in aste governo, una mossa di benvenuto.Tuttavia, il EGOM rinviato decisioni su diverse importanti questioni in sospeso. In primo luogo, nel mese di settembre 2013, la TRAI aveva raccomandato che lo spettro 800 MHz utilizzata dai giocatori CDMA non mettere all'asta affatto dato il basso interesse per la tecnologia CDMA, e ha chiesto al governo di prendere in considerazione destinando parte di quella banda per i servizi GSM. Questo è stato un duro colpo per CDMA e doppia tecnologia operatori come Sistema Shyam, Reliance Communications e Tata Teleservices perché sarebbe tagliare la disponibilità del nuovo spettro per la crescita. In un raggio di speranza, il EGOM ha chiesto al TRAI di raccomandare i prezzi di vendita all'asta dello spettro a 800 MHz. In secondo luogo, il governo attualmente riscuote una tassa uso dello spettro (SUC) tra 3-8% del reddito lordo rettificato, a seconda di quanto lo spettro di una società detiene. Il TRAI ha proposto di sostituire questo con una tassa del 3% pianeggiante, beneficiando società di telecomunicazioni più anziani che detengono più lo spettro, ma la EGOM rinviato una decisione su questo. Infine, ha preso alcuna decisione sulla questione cruciale delle linee guida definitive per le fusioni e acquisizioni telecomunicazioni, urgentemente necessaria per consentire all'industria di consolidare.
27 novembre 2013
Fonte: The Economist Intelligence Unit
(chi non desidera ricevere questo post lo comunichi a geografia2013@libero.it