Mercoledì
5 marzo, il governo pachistano ha ripreso i negoziati con
Tehreek-e-Taliban Pakistan (TTP), nella città nordoccidentale di Akora
Khattak, nella provincia di Khyber-Pakhtunkhwa. I colloqui tra i
Talebani Pakistani e Islamabad, iniziati ufficialmente lo scorso 7
febbraio, erano stati sospesi la scorsa settimana in seguito alla
rivendicazione, da parte del gruppo, dell’esecuzione di 23 Rangers
pakistani lo scorso 16 febbraio. L’incontro è avvenuto nelle ore
successive all’annuncio, da parte del portavoce del TTP Shahidullah
Shahid, della disponibilità di sospendere ogni ostilità per un mese.
Nonostante la riapertura del tavolo negoziale, la politica di distensione nei confronti dell’insorgenza talebana, promossa dal Primo Ministro Nawaz Sharif, non sembra al momento produrre i risultati sperati. Nei giorni successivi alla dichiarazione del cessate il fuoco, infatti, un attentato contro una corte ad Islamabad e un’esplo! sione contro un convoglio di militari nel distretto di Hangu, nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa, hanno causato la morte di circa 17 persone, tra cui sei militari. I due episodi sono stati rivendicati, rispettivamente, da Ahrar ul-Hind, gruppo di recente formazione apparentemente indipendente dal network talebano pakistano, e dal gruppo Ansar ul-Mujahideen, affiliato al TTP. L’eterogeneità del panorama insurrezionale talebano e il perdurare degli scontri tra miliziani e Forze Armate rappresentano il principale ostacolo alla politica di dialogo promossa da Sharif. L’Esercito, infatti, che nelle settimane passate aveva iniziato una campagna aerea contro alcuni rifugi dei militanti nei territori nordoccidentali delle Agenzie Tribali, ha sempre espresso il proprio scetticismo sull’efficacia della soluzione diplomatica per contrastare la minaccia dell’insorgenza nel Paese.
Nonostante la riapertura del tavolo negoziale, la politica di distensione nei confronti dell’insorgenza talebana, promossa dal Primo Ministro Nawaz Sharif, non sembra al momento produrre i risultati sperati. Nei giorni successivi alla dichiarazione del cessate il fuoco, infatti, un attentato contro una corte ad Islamabad e un’esplo! sione contro un convoglio di militari nel distretto di Hangu, nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa, hanno causato la morte di circa 17 persone, tra cui sei militari. I due episodi sono stati rivendicati, rispettivamente, da Ahrar ul-Hind, gruppo di recente formazione apparentemente indipendente dal network talebano pakistano, e dal gruppo Ansar ul-Mujahideen, affiliato al TTP. L’eterogeneità del panorama insurrezionale talebano e il perdurare degli scontri tra miliziani e Forze Armate rappresentano il principale ostacolo alla politica di dialogo promossa da Sharif. L’Esercito, infatti, che nelle settimane passate aveva iniziato una campagna aerea contro alcuni rifugi dei militanti nei territori nordoccidentali delle Agenzie Tribali, ha sempre espresso il proprio scetticismo sull’efficacia della soluzione diplomatica per contrastare la minaccia dell’insorgenza nel Paese.
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