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Metodo di ricerca ed analisi adottato

Per il medoto di ricerca ed analisi adottato

Vds post in data 30 dicembre 2009 sul blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com
seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al citato blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

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lunedì 30 gennaio 2012

II Arabia Saudita

Dialogo interreligioso

Un tema da sempre caro a Re Abdullah è quello del dialogo inter-religioso. Da anni ormai il Re si fa promotore di iniziative che siano occasione di dialogo e confronto su temi di natura religiosa. Durante lo storico incontro con il Pontefice avvenuto nel novembre 2007 tra i temi trattati la necessità di una “giusta soluzione” per il Medio Oriente e in particolare per il conflitto israelo-palestinese, ma anche l'impegno a favore del dialogo interculturale e interreligioso e della collaborazione tra cristiani, musulmani ed ebrei per la promozione della pace della giustizia e dei valori spirituali e morali, specialmente a sostegno della famiglia.


Un altro momento di acceso confronto è stato l’incontro intra-islamico sul dialogo interreligioso tenutosi alla Mecca nel giugno 2008. A questa ambiziosa iniziativa di re Abdullah hanno partecipato oltre 500 rappresentanti del mondo islamico, ed essa ha inteso gettare le basi “metodologiche” e costruire il sostegno interno intra-islamico al principio del dialogo con le altre confessioni religiose, legittimandolo sulla base del Corano e della Sunna (e quindi l’atteggiamento del profeta Maometto). È ben noto quanto il Re Abdullah sia genuinamente interessato ad assumere nuove iniziative che, nel rispetto della tradizione wahabita, possano contribuire a migliorare la collocazione dell’Arabia Saudita e il suo ruolo ne mondo arabo, islamico e internazionale. Di qui il suo costante impegno umanitario religioso e in politica estera. Pur condividendo lo sforzo di presentare un immagine dell’Islam aperto al dialogo, tollerante e pacifico, l’establishment religioso ha manifestato una diversità di intenti se non finalità contrastanti.

A questo incontro ha fatto seguito la prima vera conferenza interreligiosa promossa da Re Abdullah, svoltasi a Madrid nel luglio 2008. L’evento ha visto la partecipazione di 200 delegati provenienti da 54 Paesi, in rappresentanza delle tre grandi religioni monoteiste e di fedi orientali quali il buddhismo, l’induismo e lo scintoismo. L’organizzazione dell’evento è stata affidata dal Sovrano saudita alla Lega Musulmana Mondiale. Secondo il Re la Conferenza internazionale ha aperto “nuovi orizzonti” nei colloqui volti a promuovere la “coesistenza pacifica di comunità religiose diverse fra loro”.

Sempre su iniziativa dell’Arabia Saudita, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha tenuto il 12-13 novembre 2008 una riunione ad alto livello sul dialogo interreligioso, che ha visto una nutrita e qualificata partecipazione in particolare della regione mediorientale. Nel suo intervento in apertura dei lavori, Re Abdullah ha affrontato il tema del rapporto tra religione, estremismo e terrorismo, definendo il terrorismo nemico “di ogni religione e civiltà”. Tra i temi piu dibattuti a New York quello del contributo delle religioni alla pace; la loro incompatibilità con qualunque forma di violenza; la necessità di un dialogo che sappia alimentare la comprensione reciproca e quindi una “cultura di pace”, mentre sono stati lasciati sullo sfondo gli spunti polemici tradizionali sulla libertà di espressione/diffamazione della religione. Da parte dell’Unione europea e dei Paesi membri intervenuti (tra cui l’Italia), si è inquadrato il dibattito sul dialogo interreligioso in quello più ampio del dialogo fra culture e civiltà, ribadendo inoltre il fondamentale diritto alla libertà religiosa contenuto nella Dichiarazione Universale dei diritti umani. Allo stesso tempo si è sottolineato che i governi non debbano intervenire nel dialogo interreligioso, dovendosi limitare a favorirne le condizioni.

Il Segretario Generale della Lega Mondiale Musulmana, Abdullah Al Turki, e' intervenuto su tali questioni anche il 2 ottobre scorso a Ginevra in occasione della quarta sessione dell'iniziativa saudita sul dialogo interreligioso. Ai rappresentanti di 35 Paesi e delle principali fedi mondiali convenuti a Ginevra, ha dichiarato che l'obiettivo principale dell'iniziativa di Re Abdullah e' quello di sfatare i molti pregiudizi e luoghi comuni sull'Islam, di presentarne un'immagine tollerante, pacifica ed aperta al dialogo, e di evidenziare come la religione islamica venga usata strumentalmente dagli estremisti per perseguire fini politici o comunque di dominio. Anche i media sarebbero responsabili della diffusione di un'immagine distorta dell'Islam, un immagine che le iniziative di "diplomazia religiosa" come quella in questione possono senz'altro contribuire a riabilitare.



Questi eventi invitano ad una riflessione sul significato politico che la religione islamica ha e continuerà ad avere nei prossimi anni, in particolare in questo periodo caratterizzato dalle preoccupazioni per la sicurezza derivanti dall’esistenza di movimenti islamisti radicali che si oppongono ai processi di secolarizzazione ed a quella che viene considerata l’egemonia politica, economica e culturale del mondo occidentale. La variabile dell’appartenenza religiosa, a lungo esclusa dalle analisi politico-strategiche, si impone da qualche anno all’attenzione degli analisti di tutto il mondo. Il sovrano saudita, fino a poco fa “corteggiato” da altri Capi di Stato e di Governo quasi esclusivamente in quanto alla guida del più importante paese produttore di petrolio, lo è oggi sempre più anche quale “Custode delle due Sacre Moschee”. La sensazione è che la “carta religiosa”, eventualmente dietro il velo più discreto della cultura e dei valori, venga giocata anche per acquistare prestigio e visibilità politica.

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