LE RIFORME
Nel febbraio 2009 Re Abdullah ha effettuato il primo importante rimpasto di governo dal momento della sua ascesa al trono nell’agosto 2005. La manovra, che rientra in una più ampia riforma degli organi statuali, ha visto avvicendamenti ai vertici degli organi politici, militari, religiosi e giudiziari del Regno. Le nuove nomine ministeriali hanno interessato il Ministero dell’Istruzione, della Cultura e dell’Informazione, della Giustizia e della Salute. Incarico “storico” conferito a Nora Al Fayez come Vice-Ministro con delega per l’istruzione femminile. Altri cambiamenti rilevanti hanno interessato il Consiglio della Shura (Majlis al Shura), l’Assemblea consultiva del Regno che ha visto l’avvicendamento di 79 dei suoi membri e la nomina di un nuovo Presidente, Abdullah al Sheikh, fino a quel momento Ministro della Giustizia. Da segnalare la giovane età dei nuovi membri - tutti sotto i 41 anni - ed il fatto che ora il Consiglio rappresenta tutte le regioni e principali realtà tribali dell’Arabia Saudita. Sono inoltre entrati a far parte del Majlis un membro della Famiglia Reale, il Principe Khalid bin Abdullah, e cinque appartenenti alla comunità sciita. È stato nominato un nuovo capo della Commissione per la Promozione della Virtù e la Prevenzione del Vizio, l’autorità incaricata di far rispettare rigorosamente la Shariah; di nuova nomina anche il Governatore della Saudi Arabian Monetary Agency. Da segnalare anche la rimozione dalla guida del Supremo Consiglio Giudiziario dello Sceicco Saleh Al Lihedan e la sostituzione del Presidente della Corte Suprema, del Capo di Stato Maggiore dell’esercito e del Presidente della Commissione governativa per i Diritti Umani. Altra decisione di rilievo è rappresentata dall’importante ristrutturazione del Consiglio degli Ulema, ovvero il massimo organo religioso dell’Arabia Saudita, al cui vertice è stato peraltro confermato il Gran Mufti del Regno, Sceicco Abdulaziz Al Sheikh. La nuova configurazione del Consiglio è funzionale a rappresentare per la prima volta tutte e quattro le scuole giuridiche dell’Islam sunnita.
Un altro obiettivo fondamentale per Re Abdullah rimane la riforma della pubblica istruzione, come provato dalla nomina a Ministro dell’Istruzione del genero del Re, Principe Faisal bin Abdullah bin Mohammed da anni artefice della riforma del sistema educativo.
Se il Sovrano saudita ha ritenuto che fosse arrivato il momento per dare un segnale forte circa l’esigenza di procedere più speditamente sul cammino delle riforme si può ritenere che siano giunti chiari segnali di apertura in tal senso dai settori religiosi e dai principali esponenti dalla stessa Casa degli Al Saud. Una manovra così articolata e profonda richiede infatti tempi di riflessione e “decantazione” molto lunghi. Sono gli stessi tempi che si renderanno necessari per verificare gli effetti che il "cambio di marcia'" deciso da Re Abdullah determinerà sugli assetti sociali e gli equilibri interni del Paese.
Anche la riforma del sistema giudiziario è destinata ad avere un forte impatto sulla società saudita, ponendo fine alle incertezze ed alle prevaricazioni di una “casta”, quella della magistratura shariatica, la cui autonomia riposa sull’assenza di chiare norme scritte e sull’inattaccabilità di giudizi fondati sull’interpretazione coranica. L’istituzione di una Corta Suprema e di quattro Corti speciali consentiranno di migliorare la competenza dei giudici impegnati nelle diverse materie, ma anche di un maggiore controllo nell’operato dei magistrati e uno svecchiamento dell’intera categoria. La riforma procede inoltre alla ridefinizione delle prerogative del Ministro della Giustizia e del Supremo Consiglio Giudiziario.
Più in generale la politica di caute riforme in campo sociale portata avanti dal Sovrano saudita pone al tempo stesso le basi per ridurre nel medio - lungo periodo l’influenza dei circoli più conservatori, non solo in ambito religioso. A tale riguardo si intravedono tuttavia segnali contrastanti: da una parte, la recente notizia della decisione, da parte di Re Abdullah, di espellere dal Consiglio Supremo degli Ulema lo Sceicco Saad al Shethri, il quale aveva criticato alcune scelte relative alla neo-istituita King Abdullah University of Science and Technology (KAUST), dimostra la forte determinazione del Sovrano nel portare avanti il suo progetto riformista. Dall’altra, l’annullamento all’ultima ora di un Festival estivo di cinema in programma a Gedda dimostra il permanere della forte influenza dei settori conservatori nonostante le iniziative di “ridimensionamento” avviate proprio dall’attuale Sovrano.
Non va inoltre sottovalutata la perdurante diffusione nella Umma islamica della teologia rigorista di stampo wahhabita, che continua a proporre con fermezza gli ideali originari della fede contro ogni forma di compromesso verso le idee e pratiche ritenute estranee all’ortodossia sunnita; approccio facilitato dal ruolo saudita a tutela dei luoghi santi e dall’uso dei nuovi strumenti di comunicazione mediatica.
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4 settimane fa
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