Asia

Per la traduzione in una lingua diversa dall'Italiano.For translation into a language other than.

Il presente blog è scritto in Italiano, lingua base. Chi desiderasse tradurre in un altra lingua, può avvalersi della opportunità della funzione di "Traduzione", che è riporta nella pagina in fondo al presente blog.

This blog is written in Italian, a language base. Those who wish to translate into another language, may use the opportunity of the function of "Translation", which is reported in the pages.

Metodo di ricerca ed analisi adottato

Per il medoto di ricerca ed analisi adottato

Vds post in data 30 dicembre 2009 sul blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com
seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al citato blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

Cerca nel blog

lunedì 3 giugno 2013

la Cina, i brics e la governance globale di Marco Sanfilippo

Il primo viaggio ufficiale all’estero ha portato il nuovo presidente della 
Repubblica popolare cinese (Rpc), Xi Jinping, prima in Russia e poi 
in Africa lo scorso mese di marzo. 
Un’analisi della Brookings Institution ha suggerito che si tratta di una scelta che – oltre agli interessi 
strategici – rispecchia anche la volontà di Xi di muovere i primi passi 
all’estero in un contesto il più possibile accogliente per la Repubblica 
popolare. La visita nel continente africano ha avuto come evento clou
il quinto summit dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa), 
tenutosi quest’anno a Durban, Sud Africa. 
Tra le decisioni del summit, vanno segnalati i passi avanti verso la creazione di una Banca 
per lo sviluppo dei Brics, con un capitale iniziale di circa 2 miliardi di 
dollari Usa e con finalità di supporto al finanziamento di infrastrutture 
e progetti industriali, e la decisione di stabilire un fondo di riserve in 
valuta di circa 100 miliardi di dollari Usa con lo scopo di sostenere 
le bilance dei pagamenti dei paesi interessati in caso di crisi improvvise. Interessante anche osservare come il gruppo dei cinque paesi si 
sia proposto durante il summit come partner privilegiato dei paesi 
africani lanciando dei progetti per la costruzione di infrastrutture su 
larga scala nel continente. 
Al di là delle singole misure, quello che rileva è il significato che 
un paese come la Cina attribuisce al summit. Pur essendo la seconda 
economia globale, la Cina fatica a imporsi sulla scena politica internazionale e vede dunque nella collaborazione con le altre grandi economie emergenti una strada percorribile per spezzare il predominio 
delle potenze economiche tradizionali. L’obiettivo sono riforme volte 
ad una maggiore rappresentanza dei paesi del Sud del mondo nella governance dell’economia e della politica globale, secondo il principio per 
cui alla maggior responsabilità richiesta a questi nuovi attori globali 
deve corrispondere un incremento dei loro poteri decisionali. 
Se la rappresentatività delle istituzioni internazionali dipendesse 
strettamente dai numeri, per la verità, i Brics dovrebbero avere già 
oggi un ruolo più rilevante, se confrontato con quello delle potenze 
tradizionali. Basandoci sugli ultimi dati del Fondo monetario internazionale (Fmi), ad esempio, possiamo osservare come la quota parte 
di Pil mondiale attribuibile ai Brics sia oggi del 28%, contro il 37% 
dei paesi del G7. In più, le previsioni del Fondo sembrano suggerire 
che, proseguendo di questo passo, intorno al 2020 le quote dei due 
gruppi saranno pressoché equivalenti (Figura 1). È più che mai chiaro 
che la componente demografica gioca un ruolo in queste dinamiche, 
spingendo la produzione totale dei paesi da un lato, ma rallentando la 
convergenza sui livelli di ricchezza relativa dall’altro.
Non solo i Brics rappresentano insieme quasi la metà della popolazione mondiale, ma hanno una struttura demografica ancora favorevole, dato che la popolazione attiva (quella cioè in età lavorativa) dei 
cinque paesi rappresenta oggi – e così dovrebbe essere per gli anni 
a venire – più del 40% di quella mondiale (Figura 2). Si tratta di un 
dato rilevante, in considerazione del fatto che in generale bassi tassi di dipendenza determinano maggior potenziale produttivo e una 
maggior crescita. Dall’altra parte, tuttavia, la pressione demografica 
– spingendo sul denominatore – frena la convergenza nei livelli di 
ricchezza pro capite con i paesi più ricchi (Figura 3).
La spinta dei Brics è particolarmente rilevante se osservata in 
relazione all’integrazione economica con il resto del mondo (Figura 
4). Nell’insieme, infatti, i cinque paesi pesano oggi per più del 15% 
dell’export e dell’import globale, e per il 20% circa dei flussi di Investimenti diretti esteri (Ide) in entrata. Assai più rilevanti in prospettiva 
appaiano le quote degli Ide in uscita, oggi quasi al 10% sul totale 
mondiale ma in forte aumento, specialmente durante la crisi, a causa 
della rapida internazionalizzazione di imprese multinazionali tra cui 
si possono citare gli ormai noti casi di Embraier (Brasile), Gazprom 
(Russia), Tata (India), Haier (Cina) e Sab Miller (Sud Africa).
Se questo non bastasse per aspirare a un ruolo più rilevante nell’ordine economico e politico internazionale, i Brics espandono rapidamente la loro sfera di influenza in altri paesi in via di sviluppo essendo 
tra i più rilevanti attori nel gruppo dei cosiddetti donatori emergenti. La ricerca di consenso tra i paesi in via di sviluppo si configura 
in taluni casi come una strategia per aumentare il peso specifico dei 
Brics all’interno delle organizzazioni internazionali. Secondo alcune 
stime, l’ammontare degli aiuti erogati da questi paesi raggiungerebbe l’1-2% del totale mondiale. Altre fonti mostrano però cifre ben più 
rilevanti (cfr. Tabella 1), basate sulla cooperazione nell’ambito della 
concessione di prestiti a condizioni favorevoli, e nell’ambito dell’assistenza nella costruzione di infrastrutture. L’idea di una Banca dello 
sviluppo dei Brics con compiti di erogazione di prestiti di natura concessionale dovrebbe rappresentare un ulteriore passo in avanti verso una maggiore legittimazione a livello internazionale del gruppo 
dei donatori emergenti. Ad oggi ciascuno dei Brics concede aiuti allo 
sviluppo secondo modalità differenti e in settori e, soprattutto, aree 
geografiche differenti.
Per concludere, se è vero che l’unione fa la forza, i grandi paesi 
emergenti possono rappresentare per la nuova leadership cinese un’ottima sponda per rafforzare – anche a livello politico – il potenziale 
economico e demografico del paese negli anni a venire.
( Da orizzonte Cina, maggio 2013)

Nessun commento:

Posta un commento