1.2 Il legame
politico-economico in Cina
A livello
internazionale, la dimensione globale della Cina dipende in parte dall’appartenenza
ad importanti organizzazioni internazionali come l'Organizzazione Mondiale del
Commercio (WTO) ed altri organismi economici. Il dibattito interno sull'opportunità
di intraprendere il tentativo di affiliazione a tali organizzazioni ha
contrapposto le parti favorevoli ad una maggiore integrazione nell'economia
mondiale con quelle piu’ inclini a tendenze isolazioniste dettate dalla preoccupazione
per i potenziali pericoli dovuti ad un’eccessiva influenza straniera. Chiaramente,
una maggiore integrazione nell'economia mondiale fu vista come un requisito indispensabile
per una crescita sostenuta dell'economia cinese. In
tal modo emersero due pericoli paralleli per il governo cinese e per il PCC. Se il
governo non avesse deciso di abbracciare con convinzione l'economia globale e
con esso le minacce di una maggiore esposizione ai valori democratici
occidentali, avrebbe rischiato di ritardare fortemente lo sviluppo. La continua
stagnazione economica porta con sé costi sociali reali e costi politici
potenziali. La
storia cinese è piena di problemi economici e politici che hanno portato a
crisi sociali.
Ciononostante, permaneva
la preoccupazione che se il governo avesse deciso di perseguire la
globalizzazione economica e l’interdipendenza internazionale, avrebbe dovuto
subire i rischi derivanti da una maggiore
esposizione alle influenze politiche e culturali straniere. Queste
considerazioni preoccupavano molti
esponenti del PCC che temevano fortemente l’avvento di nuovi costumi sociali e
di una diversificazione del pensiero politico che avrebbe potuto inquinare la
Cina e mettere a rischio il monopolio del potere politico del Partito Comunista.
Per questo motivo il
dibattito fu davvero serio e gravido di rischi, poiché la priorità assoluta del
PCC era quella di mantenere il monopolio del potere. Di conseguenza, il
perseguimento degli interessi economici sulla scena internazionale è stato
realizzato in modo graduale, valutando le esigenze caso per caso con l'obiettivo
di massimizzare il profitto e minimizzare costi e rischi.[1] L’apertura economica e la partecipazione dei
cinesi all’ODI è stata vista come un'arma a doppio taglio per ragioni sia politiche
che economiche.
Ciò ha inciso a fondo sul
ruolo dell’ODI cinese nell’evoluzione economica del paese com’anche sul processo
decisionale governativo orientato ad una gradualità che consentisse di
incrementare l’ODI, attenuandone tuttavia i rischi.
[1]Philip Andrews-Speed and Sergei
Vinogradov, “China’s Involvement in Central Asian Petroleum,” Asian Review XL, no. 2 (March/April
2000): 379.
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