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Metodo di ricerca ed analisi adottato

Per il medoto di ricerca ed analisi adottato

Vds post in data 30 dicembre 2009 sul blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com
seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al citato blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

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sabato 24 agosto 2019

Il ruolo delle imprese e degli enti commerciali nella politica estera cinese


Capitolo 1 - La decisione di Pechino di "Go Global"

1.1 La teoria macroeconomica.

I benefici della crescente partecipazione cinese all'economia mondiale sono diventati evidenti molto prima che “globalizzazione” diventasse un termine familiare e di riferimento. Le priorità economiche cinesi sono cambiate in maniera significativa nel corso degli ultimi 30 anni, passando da una economia basata soprattutto sulle esportazioni a una in cui l’ODI ha assunto un ruolo in progressiva crescita, fondato su solidi principi di logica macroeconomica. In ultima analisi, i limiti naturali del commercio internazionale vincolano un’economia imperniata prioritariamente sull’esportazione. Le imprese cinesi possono raccogliere vantaggi commerciali, spostando le loro attività all’estero in varie forme e modi, onde annullare l'impatto delle barriere commerciali e tariffarie. La globalizzazione del business cinese permette l’ingresso in nuovi mercati, l'accesso a economie più sviluppate e fornisce elevati margini potenziali di profitto e crescita della catena del valore. Come precedentemente affermato, dietro l’ODI si pone un consistente ragionamento macroeconomico volto ad acquisire know-how tecnologico e altri assetti basati sulla conoscenza.
Gli economisti hanno discusso a lungo se il percorso della Cina fosse un modello originale o se, come in molti paesi in via di sviluppo, avesse seguito la teoria di Dunning degli investimenti per lo sviluppo (IDP: Dunning’s investment development path theory).[1] La teoria IDP è stata ampiamente applicata per spiegare la massa degli investimenti ODI che i vari paesi hanno fatto dilagare nel mondo, mettendola in relazione con il livello di sviluppo economico dei singoli stati. Semplificando il concetto, la teoria IDP associa i livelli ODI al PIL pro capite, anche se, nei successivi affinamenti teorici elaborati nel 1996 e nel 2001,  Dunning ha introdotto anche il capitale umano accanto ai tipi di prodotti e di industrie.
Il particolare approccio graduale alle riforme economiche ha prodotto un massiccio aumento degli ODI in Cina, delle esportazioni verso altri mercati e del PIL pro capite che, tra il 1979 e il 2002, è addirittura quadruplicato. Ciò ha certamente portato a maggiori investimenti domestici nel capitale umano sottoforma di istruzione e formazione. Inoltre, un aumento così significativo del PIL pro capite ha permesso di diversificare prodotti, industrie e mercati. Questi fattori dimostrano la rilevanza degli affinamenti apportati alla teoria originale di Dunning e ora si sostiene convintamente che ciò ha portato ad un aumento dell’ODI cinese.
L’ipotesi IDP di Dunning è derivata dalla teoria “OLI”. Le imprese multinazionali (IMN) possiedono numerosi vantaggi basati sulla proprietà (ownership - O) di specifiche tecnologie o altre conoscenze, nonché del potere di mercato ottenuto nei paesi di origine. I paesi esteri ospitanti offrono potenziali vantaggi di localizzazione (localization - L) ad alcune multinazionali. Tra le IMN e l'economia del paese ospitante si possono avere parecchi vantaggi di internalizzazione (internalization - I). Alla fine, i vantaggi L possono trasformarsi in vantaggi O nei paesi di accoglienza inizialmente considerati come obiettivi per l’ODI. Quindi, i vantaggi O possono diventare la base per la generazione di ODI dal paese ospitante originale che di conseguenza riceve vantaggi. Tutto questo può essere visto chiaramente nel modello cinese di sviluppo economico. Un simile ciclo incrementa una serie di investimenti diretti esteri che poi si trasformano in ODI verso mercati geograficamente e culturalmente vicini, prima di diffondersi in altre aree.
Sin dalla metà degli anni ‘80, l’ODI cinese riflette una crescente integrazione con l'economia regionale e globale. L’aumento della potenza economica cinese, particolarmente in rapporto alle riserve in valuta straniera, ha consentito un rapido aumento dell’ODI cinese verso i paesi d'oltremare.



[1] Xiaohui Liu, Trevor Buck, and Chang Shu, “Chinese Economic Development, the Next Stage: Outward FDI?” International Business Review 14, (2005), 98.

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