Capitolo 1 - La
decisione di Pechino di "Go Global"
1.1 La teoria macroeconomica.
I benefici della crescente
partecipazione cinese all'economia mondiale sono diventati evidenti molto prima
che “globalizzazione” diventasse un termine familiare e di riferimento. Le priorità
economiche cinesi sono cambiate in maniera significativa nel corso degli ultimi
30 anni, passando da una economia basata soprattutto sulle esportazioni a una
in cui l’ODI ha assunto un ruolo in progressiva crescita, fondato su solidi
principi di logica macroeconomica. In ultima analisi, i limiti naturali del
commercio internazionale vincolano un’economia imperniata prioritariamente sull’esportazione. Le
imprese cinesi possono raccogliere vantaggi commerciali, spostando le loro
attività all’estero in varie forme e modi, onde annullare l'impatto delle
barriere commerciali e tariffarie. La globalizzazione del business cinese
permette l’ingresso in nuovi mercati, l'accesso a economie più sviluppate e fornisce
elevati margini potenziali di profitto e crescita della catena del valore. Come
precedentemente affermato, dietro l’ODI si pone un consistente ragionamento
macroeconomico volto ad acquisire know-how tecnologico e altri assetti basati
sulla conoscenza.
Gli economisti hanno
discusso a lungo se il percorso della Cina fosse un modello originale o se,
come in molti paesi in via di sviluppo, avesse seguito la teoria di Dunning
degli investimenti per lo sviluppo (IDP: Dunning’s investment development path theory).[1] La teoria IDP è
stata ampiamente applicata per spiegare la massa degli investimenti ODI che i
vari paesi hanno fatto dilagare nel mondo, mettendola in relazione con il
livello di sviluppo economico dei singoli stati. Semplificando
il concetto, la teoria IDP associa i livelli ODI al PIL pro capite, anche se,
nei successivi affinamenti teorici elaborati nel 1996 e nel 2001, Dunning ha introdotto anche il capitale umano
accanto ai tipi di prodotti e di industrie.
Il particolare approccio
graduale alle riforme economiche ha prodotto un massiccio aumento degli ODI in
Cina, delle esportazioni verso altri mercati e del PIL pro capite che, tra il
1979 e il 2002, è addirittura quadruplicato. Ciò ha certamente portato a maggiori
investimenti domestici nel capitale umano sottoforma di istruzione e
formazione. Inoltre,
un aumento così significativo del PIL pro capite ha permesso di diversificare
prodotti, industrie e mercati. Questi fattori dimostrano la rilevanza
degli affinamenti apportati alla teoria originale di Dunning e ora si sostiene
convintamente che ciò ha portato ad un aumento dell’ODI cinese.
L’ipotesi IDP di Dunning
è derivata dalla teoria “OLI”. Le imprese multinazionali (IMN) possiedono
numerosi vantaggi basati sulla proprietà (ownership - O) di specifiche tecnologie
o altre conoscenze, nonché del potere di mercato ottenuto nei paesi di origine.
I paesi esteri ospitanti offrono potenziali vantaggi di localizzazione
(localization - L) ad alcune multinazionali. Tra le IMN e l'economia del paese
ospitante si possono avere parecchi vantaggi di internalizzazione
(internalization - I). Alla fine, i vantaggi L possono trasformarsi in vantaggi
O nei paesi di accoglienza inizialmente considerati come obiettivi per l’ODI.
Quindi, i vantaggi O possono diventare la base per la generazione di ODI dal
paese ospitante originale che di conseguenza riceve vantaggi. Tutto questo può
essere visto chiaramente nel modello cinese di sviluppo economico. Un simile ciclo
incrementa una serie di investimenti diretti esteri che poi si trasformano in ODI
verso mercati geograficamente e culturalmente vicini, prima di diffondersi in altre
aree.
Sin dalla metà degli
anni ‘80, l’ODI cinese riflette una crescente integrazione con l'economia
regionale e globale. L’aumento della potenza economica cinese, particolarmente
in rapporto alle riserve in valuta straniera, ha consentito un rapido aumento
dell’ODI cinese verso i paesi d'oltremare.
[1] Xiaohui Liu, Trevor Buck, and Chang Shu,
“Chinese Economic Development, the Next Stage: Outward FDI?” International Business Review 14,
(2005), 98.
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