India-Pakistan
I primi ministri di Pakistan e India, Nawaz Sharif e Manmohan Singh, si sono incontrati il 29 settembre a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Si è trattato del primo incontro fra Singh e il neo-eletto Sharif, entrambi leader estremamente favorevoli alla distensione fra i due storici rivali del Subcontinente. Tuttavia, le rinnovate tensioni lungo la LoC (Line of Control) in Kashmir e le consuete questioni afferenti ai gruppi militanti pakistani, hanno severamente pregiudicato il successo dell’incontro che si è concluso con sterili dichiarazioni sulla ripresa del cessate il fuoco. Seppur armati delle migliori intenzioni, per entrambi i leader il fronte interno presenta numerosi oppositori al dialogo, come dimostrato dalla recrudescenza di violenza in Kashmir che negli ultimi due mesi ha portato alla morte di almeno 18 soldati da ambedue i lati della LoC. Nell’incidente più grave, ad un giorno dall’incontro, un commando ! di militanti ha assaltato una stazione di Polizia e un campo militare nel Kashmir Indiano, uccidendo 10 persone, fra cui un Colonnello dell’Esercito. Altre considerazioni di carattere politico, a livello interno e regionale, limitano la capacità di Singh e Sharif di progredire nella difficile relazione bilaterale. Da parte pakistana, la politica della distensione di Sharif deve ancora passare al vaglio dell’Establishment militare, istituzione con cui il premier ha pessimi rapporti. Per Singh, invece, l’approssimarsi di elezioni (maggio 2014) che quasi certamente vedranno l’affermarsi degli induisti nazionalisti del BJP, rende ostico qualsiasi approccio nei confronti del Pakistan. A livello regionale, al ritiro NATO dall’Afghanistan nel 2014 potrebbe corrispondere un ritorno in massa dei militanti pakistani lì impegnati alla loro originaria occupazione di combattenti per il Kashmir, come recentemente annunciato da Syed Salahuddin, leader dell’influente gruppo kash! miro Hizbul Mujahideen (HM).
DA IAI Weely 123
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