Una delle aree attualmente a rischio di escalation nucleare e’ il confine tra India e Pakistan. Il confronto indo-pakistano risale al 1947 quando il Pakistan nacque nei territori indiani divenuti indipendenti, con l’intento di creare una nazione per tutti i musulmani presenti nel subcontinente indiano. Il processo di partizione non fu indolore: costò circa mezzo milione di morti, innescò il trasferimento in massa di milioni di persone e diede origine a diverse controversie territoriali. Il primo accordo di separazione tra i due Paesi non prevedeva alcuna soluzione politica in relazione ad alcune importanti criticità, come per il Kashmir, l’unico ad avere un “maraja” di religione induista ma con una popolazione a prevalenza mussulmana. Secondo il piano di partizione fornito dall’Independent Act indiano, il Kashmir era libero di aderire all’India o al Pakistan e fu annesso all’Unione Indiana per scelta del maharaja indù Hari Singh che lo governava, ma con una maggioranza musulmana. Da allora e’ stato oggetto di una contesa pluridecennale che conta ben tre guerre (1947-48, 1965 e 1999) e il regolare riaccendersi di episodi di violenza. Entrambi i Paesi ne rivendicano la sovranità e attualmente la regione è divisa in tre parti (una amministrata dall’India, una dal Pakistan e la terza dalla Cina), secondo quanto è stato definito dall’Accordo di Simla al termine del secondo conflitto indo-pakistano[1].
Al 1972 risale l’istituzione della Linea di controllo
(Loc), il confine non ufficiale che divide il Kashmir in zone di influenza:
quella pakistana nel nord-ovest della regione, quella indiana nel sud-est e una
zona controllata dalla Cina, nell’estremo est. La demarcazione, nata come linea
di cessate il fuoco, per oltre quarant’anni ha rappresentato un chiaro e
duraturo riferimento per i due eserciti che hanno rispettato l’ordine di non
attraversarla. I conflitti ed i
contrasti che si sono registrati tra i due Paesi inducono
a leggere le vertenze per i confini e per il controllo di regioni
strategicamente importanti come segnale dell’estrema precarietà degli equilibri
geopolitici dell’area e dell’ambiguità che contrassegna i rapporti diplomatici
di entrambi i governi.
[1]
intervento
indiano a sostegno dei guerriglieri indipendentisti bengalesi terminato con
l’Accordo di Simla (1972)
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