lunedì 31 ottobre 2022
giovedì 20 ottobre 2022
Nicolo Paganelli Analisi parametrale Giugno 2022 TAGIKISTAN
Il
Tagikistan è situato in Asia Centrale e, privo di sbocchi sul mare, confina con
Kirghizistan a N, Cina a E, Afghanistan a S e Uzbekistan a O; il Paese ha una
superficie totale di 142.600 kmq di cui le foreste occupano 4.238 kmq.
Tenendo
conto della sua Storia, nonché la sua localizzazione geografica e la situazione
attuale che caratterizza il Paese, si è analizzato il Tagikistan secondo 4
parametri, numerati 1-2-6-7, rientranti nell'ambito “Sicurezza”, di seguito
elencati: 1) “Fattore Storico: Conflitti”, stimando esclusivamente i conflitti
classici dichiarati Stato contro Stato in cui è stato o è coinvolto il Paese,
da 5-10 anni ad oggi; 2) “Paesi Limitrofi in Conflitto”, sempre usando lo
stesso criterio del parametro precedente si sono contate le Nazioni confinanti
attualmente in conflitto con altre, poiché possono influenzare di molto la
stabilità politica dello Stato vicino, destabilizzandolo e determinando un alto
rischio di crisi economica nello stesso, ma anche trascinarlo anch'esso nel
conflitto; 6) “Area Geografica”, intesa come la superficie totale del Paese; 7)
“Area Forestale”, ossia la porzione di superficie coperta appunto da foreste.
Esaminare
i conflitti avvenuti negli ultimi 5-10 anni, terminati o tutt'ora in corso, in
cui il Paese è o è stato coinvolto, è servito per cercare di determinare la
probabilità che se ne possano innescare di successivi. I conflitti nei Paesi
confinanti possono influenzare di molto la stabilità politica dello Stato
vicino, destabilizzandolo e determinando un alto rischio di crisi economica
nello stesso, ma anche trascinarlo anch'esso in conflitto. Quanto alle
rispettive aree geografica e forestale, si nota che con l'aumentare sia
dell'ampiezza del territorio da controllare sia della superficie coperta da
foreste aumenta anche la complessità nella gestione delle relative
problematiche.
Il
Tajikistan non è attualmente in conflitto aperto con nessuno Stato estero,
mantiene però alte tensioni col vicino Kirghizistan a causa dei numerosi
scontri sul confine tra i due Paesi, uno di questi sfociato in una breve ma
intensa guerra, nei giorni dal 28 aprile al 1° maggio 2021, che provoco oltre
50 morti tra militari e civili, oltre a centinaia di feriti; questo scontro
benché durato poco è considerato il peggior conflitto militare transfrontaliero
in Asia Centrale da molti anni, incendiato da uno stallo su un impianto di
distribuzione dell'acqua, purtroppo sempre più scarsa col tempo e non sempre
garantita dai due Governi ai cittadini residenti sul confine. Da lì, i due
Paesi si impegnarono a demarcare i confini. Dei Paesi limitrofi nessuno è
attualmente in conflitto aperto con altri Stati. Il Kirghizistan, dopo i fatti
avvenuti a fine aprile 2021 col Tagikistan, non è più in conflitto con altri
Stati; si verificano comunque ancora scontri interetnici e incidenti sulle
frontiere. L'Uzbekistan non è in conflitto con nessuno, ma si verificano ogni
tanto scontri sulle frontiere tagiko-uzbeke e kirghiso-uzbeke. La Cina non è in
conflitto aperto con nessuno, ma l'acuirsi della crisi con l'India per le zone
di confine (Kashmir-Ladakh) con scontri sempre più duri tra i due rispettivi
eserciti, fa temere un prossimo conflitto tra i due Paesi. L'Afghanistan
attualmente non è in conflitto aperto con nessuno.
In
base ai dati raccolti e dalle analisi effettuate si è poi sviluppato uno Scenario,
contando i Fattori di Squilibrio (quali i 4 parametri utilizzati) in
relazione alla Capacità dello Stato (Sicurezza) su cui essi fanno
pressione, per avere un quadro generico della situazione del Paese in esame
soprattutto dal punto di vista dei conflitti interstatali nell'area in cui esso
e i suoi confinanti possono essere coinvolti. Ne è risultato così uno scenario
di stabilità, in cui le Capacità dello Stato presentano delle debolezze
indicanti che il Paese non è né in un “circolo vizioso” né in un “circolo
virtuoso”: il primo inteso come ulteriore indebolimento di capacità e
resistenza dello Stato, il secondo invece come rafforzamento di esse.
In
conclusione, il Tagikistan attualmente è in una condizione stabile in relazione
a situazioni conflittuali nell'area.
domenica 9 ottobre 2022
La stampa cinese contro le ultime iniziative di Putin
I maggiori giornali cinesi controllati dal Governo centrale hanno criticato la mobilitazione del 300 mila riservisti russi annunciata da Valdimir Putin il 21 settembre 2022. Secondo gli analisti più accreditati si tratta di una svolta sorprendente. In alcuni articoli si afferma, peraltro, che l'impiego dei riservisti non cambierà le sorti del conflitto e che il morale dei soldati russi, alla vigilia dell'inverno, è basso a causa dei pasti scarsi e delle armi obsolete. . Il capo Redattore del Global Times, XU Hijin, quotidiano notoriamente controllato dal Partito Comunsta Cinese ha condannato fermamente la minaccia ormai sulla bocca dei responsabili russi in modo molto allarmante dell'impiego dell'arma nucleare tattica. Secondo gli analisti cinesi, l'impiego delle armi nucleari tattiche darebbe a Putin una vittoria effimera sul campo, ma rischia di mettere in gioco la pace mondiale, e quindi anche la sicurezza della Cina.
Fonte: L'Internazionale n. 1480 30 settembre 2022.