Master in “TERRORISMO E
ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”
Terrorismo. i campi di concentramento in CINA.
ANNO ACCADEMICO 2023/2024
CONCLUSIONI
Al termine della
presente analisi è certo che la Comunità Internazionale non sia ancora stata in
grado di dare una definizione ben precisa al fenomeno del terrorismo, in quanto
ad oggi non esista ancora una definizione giuridicamente valida “erga omnes”
di tale fenomeno, e tantomeno siano state trovate soluzioni per contrastarlo o,
addirittura, porvi una fine; Per di più, ci si trova di fronte al dubbio se sia
effettivamente possibile ambire a trovare un’univocità nei termini o se sia
davvero essenziale raggiungere tale scopo.
Le difficoltà per
arrivare ad una definizione comune di “Terrorismo” si rivedono anche applicate
al contesto cinese, in quanto le autorità cinesi applichino significati ambigui
ai termini quali “separatismo” ed “estremismo religioso”: i cittadini che la
Cina definisce “terroristi” o “separatisti”, sono in realtà attivisti che credono
fortemente nei diritti umani e tentano di difenderli per combattere le libertà
degli individui in quanto tali.
Le normative
vigenti a livello internazionale non sono efficaci e, come dimostrato nel caso
specifico del Terrorismo di Stato in Cina, nei singoli Stati si possono
rivelare di matrice terroristica ed utilizzate per scopi interni.
A livello
internazionale è quindi estremamente necessario che gli Stati si focalizzino
sul trovare una definizione al termine del Terrorismo in accordo comune, così
da poter differenziare le varie forme di terrorismo, come il Terrorismo di
Stato, e che aprano gli occhi e mettano a fuoco ciò che realmente sta
succedendo nel mondo, che non lascino passare certi atteggiamenti di alcuni
Stati nel confronti della propria popolazione: la situazione singolare
esistente in Cina e, nello specifico, nella regione autonoma dello Xinjiang,
richiede una soluzione accorta, rapida e precisa, al fine di salvaguardare
tutti i milioni di persone, donne, uomini e bambini, incarcerati ingiustamente
nei Laogai, con lo scopo primario di evitare ulteriori vittime inutili.
E’ evidente che il
Governo Cinese imponga una forte oppressione nei confronti della popolazione e
che la situazione si sia soltanto inasprita negli ultimi anni, tramite un’escalation
di violenza su questo fenomeno ancora oggi celato da qualche linea di oscurità
e segretezza; viene quindi da interrogarsi sull’effettiva utilità degli
strumenti di diritto internazionale nel campo di diritti umani e sull’effettivo
interesse che viene posto quando uno Stato evidentemente e palesemente non li
rispetta.
La Comunità
Internazionale dovrebbe quindi provvedere alla ricerca, allo studio e
all’indagine di quello che realmente sta succedendo nella Repubblica Popolare
Cinese, per dirigersi verso una risoluzione pacifica delle tensioni esistenti
con la regione autonoma dello Xinjiang.
La Tesi è consultabile, previa autorizzazione della Autrice, presso la Emeroteca del CESVAMBibliografia Sitografia e Documenti saranno pubblicati in data 30 novembre 2025 su questo blog
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