La Corea del Nord ha avviato negli ultimi anni, una accelerazione del proprio programma
nucleare e della modernizzazione delle sue già poderose Forze convenzionali.
Gli Stati Uniti e i suoi alleati asiatici considerano la Corea del Nord una
grave minaccia alla sicurezza infatti, in aggiunta ad una delle più grandi forze militari
convenzionali il Paese
dispone di un ingente arsenale nucleare che, unitamente ad una sempre crescente
retorica aggressiva, desta preoccupazione
in tutto il mondo. Mentre rimane tra i paesi più poveri del mondo, secondo le
stime del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti la Corea del Nord spende
quasi un quarto del suo prodotto interno lordo (PIL) per spese militari. La Corea
del Nord nasce al termine del secondo conflitto mondiale, a seguito delle conferenze di Yalta e di Potsdam
del 1945 per un nuovo assetto dell’ordine mondiale, un accordo raggiunto tra Stalin (Unione
Sovietica), Churchill (Gran Bretagna), e Roosevelt (USA) decretò la liberazione
della Corea dalla dominazione esercitata dal 1919 dal Giappone affidando il
nord del Paese al controllo dell’Unione Sovietica ed il sud a quello degli
Stati Uniti e definendo il 38° parallelo
quale linea di demarcazione tra le due
zone. In merito alla necessità di fornire alla Corea un governo stabile, tenuto
conto delle differenti strategie proposte da Stati Uniti e Unione Sovietica, si
decise di affidarne la soluzione all’Onu che creò, con l’astensione di Mosca e
dei suoi alleati, una “Commissione per la Corea” preposta a dare alla questione
una soluzione definitiva. Tuttavia, nel 1948 le due Coree intrapresero percorsi
differenti: quella del sud, attraverso libere elezioni, vinte
dall’“Associazione per l’indipendenza coreana”, si diede un governo retto da
Syngman Rhee; contemporaneamente
al Nord sorse la Repubblica Democratica Popolare di Corea, retta da un governo
comunista e presieduta da Kim Il-Sung, riconosciuta
subito dall’Unione Sovietica e nel 1950 dalla Cina. Si vennero così a creare
due governi differenti ed ostili, patrocinati uno dall’Unione Sovietica (nord),
l’altro dagli Stati Uniti (sud), separati da 38° parallelo, ai margini del
quale gli USA mantennero delle forze di occupazione. E fu, senza dubbio, questa
una delle ragioni dei successivi gravi sviluppi che segnarono la Corea.
Il
25 Giugno del 1950 con il superamento del 38° parallelo le forze nordcoreane
diedero inizio alla Guerra di Corea. che si
concludeva con un ripristino dello status quo, a cui non seguì mai un formale
trattato di pace; il Paese rimaneva diviso in due zone: al nord si consolidò il
potere comunista di Kim il Sung mentre
al Sud si confermò un regime filoccidentale, successivamente evolutosi in
democrazia.
I
principi guida del regime nordcoreano sono stati, sin dall’inizio,
l’autosufficienza e l’importanza della politica militare. Ne è conseguito che
l’esercito ha assunto un ruolo centrale negli affari politici di Pyongyang,
vedendo accrescere la propria importanza nell’ambito del Paese. In realta’ diversamente da quanto sosteneva il
regime di Kim Il-Sung, la Corea del Nord dipendeva economicamente e
militarmente da Mosca ed in parte dalla Cina.
Il regime di Kim Il-Sung fu
particolarmente abile nell’assicurarsi gli aiuti economici e militari di
entrambe le potenze . La cooperazione con le due potenze fu estesa anche
al settore nucleare; il programma
nucleare della Corea del Nord era
in parte gia’ iniziato, nel
dicembre 1952 nacque l’Istituto per la ricerca sull’energia atomica (Iea) per
studiare l’uso di isotopi radioattivi nei campi dell’agricoltura,
dell’industria e della medicina e quattro anni dopo furono firmati due accordi
con l’Unione Sovietica per accrescere la cooperazione nucleare per uso pacifico. Nel marzo del
1956 il leader nord-coreano Kim Il-song inviò uno staff di scienziati a Mosca
in occasione di un meeting internazionale che aveva per obiettivo la
definizione dei tempi e dei modi della costruzione di un istituto per la
ricerca nucleare a Dubna . Nel 1959 la Corea del Nord sottoscrisse un
accordo con l’Unione Sovietica per la cooperazione nel settore nucleare e la
formazione di uno staff di scienziati. Nel 1964 la Cina, che pur aveva messo a
disposizione le sue conoscenze tecnologiche per l’estrazione di uranio naturale
dalle miniere nord-coreane, si rifiutò, tuttavia, di cooperare con la Corea del
Nord nell’attuazione di un secondo programma nucleare parallelo e fu una
delle cause scatenanti il successivo deteriorarsi dei rapporti tra i due Paesi.
L’Unione Sovietica aveva intanto fornito alla Corea del Nord un reattore
atomico di ricerca, del tipo IRT-2M da due megawatt, e collaborato al suo
assemblaggio nel sito nucleare di Yonbyon (80 chilometri circa a nord di
P’yongyang).
Una lenta ma progressiva espansione
dell’attività di ricerca nucleare della Corea del Nord si ebbe negli anni
’70 e ’80 , ancora una volta con il parziale sostegno di
Mosca che risulta aver fornito tecnologia per il riprocessamento del
plutonio, mettendo quindi Pyongyang in grado di produrre esplosivo atomico. Sul finire degli anni Settanta la Corea del
Nord iniziò a interessarsi all’utilizzo dell’energia nucleare non più solo per
scopi civili e pacifici, ma anche per lo sviluppo di armi nucleari; i suoi
ingegneri stavano già utilizzando la tecnologia prodotta nel Paese per
espandere il reattore IRT-2000, portandolo a quattro megawatt nel 1974 e poi a
otto nel 1987. Oltre alla costruzione di impianti per la lavorazione
dell’uranio, ricordiamo che il Paese dispone di importanti
giacimenti di questa risorsa stimati in circa 4 milioni di tonnellate
di uraninite, e di altri per la fabbricazione di barre di combustibile, vennero
iniziati i lavori per due nuovi reattori sempre a Yongbyon: uno da 5
Mw ed un secondo, successivo, da 50 Mw, implementando nel contempo l’attività
di ricerca e sviluppo. Un terzo reattore, questo da 200 Mw, cominciò ad
essere costruito a Taechon. Con la messa in funzione, tra il 1986 e il
1987, del primo reattore moderato a grafite da 5 megawatt, costruito in maniera
indipendente nel sito di Yongbyon e con una capacità di produzione sufficienti
per la realizzazione di un ordigno nucleare (6 chili di plutonio annui) il programma
nucleare nordcoreano ebbe la sua ufficialità. A partire dai primi anni Novanta,
la Corea del Nord fu in grado di completare l’intero ciclo del combustibile
nucleare utilizzando i materiali prodotti nel sito di Yongbyon.
I
test nucleari e i ripetuti lanci di missili a medio e lungo raggio hanno
indotto le Nazioni Unite a emanare sanzioni economiche nei confronti di
Pyongyang, che non hanno impedito lo sviluppo del suo programma nucleare
civile, avviato negli anni 60 con la collaborazione dell’URSS, e militare,
intrapreso nel 1980.
Il
primo test nucleare nordcoreano e’ del 9 ottobre 2006 con un'esplosione
pari ad un chilotone, equivalente di mille tonnellate di tritolo , seguirà un
un secondo test nucleare, questa volta della potenza di quattro
chilotoni il 25 maggio
2009. Il terzo test nuclare, del 12 febbraio 2013, il primo dopo l'ascesa del
leader attuale, Kim Jong-un ha una potenza dell'esplosione che raggiunge i 7
chilotoni. Il quarto test nucleare, annunciato in un discorso
alla tv di Stato Kim Jong-un, e’ del 6 gennaio 2016 con una potenza
ipotizzata di circa 15 chilotoni. Il 9 settembre 2016 vi e’ il quinto
test nordcoreano che genera un terremoto di magnitudo 5.3 con una potenza tra
i 15 e 25 chilotoni.
Il
primo lancio nordcoreano di un missile balistico a medio raggio, il
Pukguksong-2, sul Mare del Giappone ed in grado di trasportare una testata
nucleare e’ dell’11 febbraio 2017. Il 3 settembre 2017 viene annunciato il
“completo successo” del sesto test di bomba all’idrogeno in grado di
essere montata su un missile balistico internazionale con una potenza
dell'ultima testata stimata in 50-60 chilotoni. Il 15 settembre 2017 viene
sperimentato un test balistico per valutare la gittata dei missili nord coreani
con un lancio sopra il Giappone,
3700 chilometri di tragitto per 770 chilometri d'altezza, andando ad esplodere
a duemila chilometri dopo l’isola di Hokkaido. Il 28 novembre 2017 viene
effettuato un nuovo test balistico che parte vicino a Pyongsong, provincia di
Pyongsong del Sud e cade a circa 250 km dalle coste nipponiche. Il missile è in
grado di coprire 950 km all'altitudine di 4475 km, abbastanza
per minacciare anche Usa ed Europa.
Come
detto non si hanno dati certi sulle effettive dotazioni e per quanto riguarda i
missili ci sono dubbi sulla capacità dei nordcoreani di colpire a distanza con
un’arma nucleare. Questo perché, a parte i problemi sui missili
intercontinentali di cui dispone (sono solo teoricamente in grado di
raggiungere la distanza massima e colpire gli Stati Uniti), nonostante quanto
affermato dallo stesso dittatore Kim Jong-un, gli scienziati di Pyongyang non
hanno ancora raggiunto la capacità tecnica per «miniaturizzare» una testata in
modo da poterla inserire in un missile balistico.
Ma la Corea del Nord resta comunque estremamente
pericolosa: non si conosce la progressione scientifica in campo nucleare ma si
sa che i Paesi vicini (Corea del Sud, Giappone) potrebbero essere presi di mira
con bombe «sporche» o testate chimiche.
Negli
ultimi tempi Kim Jong-un ha lanciato nuovi missili finiti nel Mar del Giappone
e l’operazione sembra rispondere ad una precisa strategia che il regime
nordcoreano aveva posto in essere quando nonostante la sospensione dei test
missilistici e nucleari aveva disposto il lancio di un missile da crociera più
a scopo politico che militare e successivamente quando aveva lanciato alcuni
missili a corto raggio da una base situata molto probabilmente a Hodo.
L’attuale
leader della Corea del Nord nel 2014 ha costituito la Forza strategica
nucleare, che dal punto di vista militare e politico non solo è assolutamente
autonoma (cioè non dipende dalle forze militari tradizionali) ma è
gerarchicamente posta alle dirette dipendenze del Partito. Di conseguenza
l’attuale leader da un lato consolida il controllo del Partito sulle forze
armate, dall’altro lato attribuisce sempre maggiore rilevanza al potere
militare, l’appoggio del quale è fondamentale. L’uso dello strumento militare nel contesto della politica
internazionale, viene utilizzato da un lato per rendere
più realistica la riunificazione della Penisola, dall’altro per dividere i suoi interlocutori e cioè Stati Uniti, Cina, Russia e
Giappone impendendo loro di attuare scelte comuni.
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