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Metodo di ricerca ed analisi adottato

Per il medoto di ricerca ed analisi adottato

Vds post in data 30 dicembre 2009 sul blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com
seguento il percorso:
Nota 1 - L'approccio concettuale alla ricerca. Il metodo adottato
Nota 2 - La parametrazione delle Capacità dello Stato
Nota 3 - Il Rapporto tra i fattori di squilibrio e le capacità delloStato
Nota 4 - Il Metodo di calcolo adottato

Per gli altri continenti si rifà riferimento al citato blog www.coltrinariatlanteamerica.blogspot.com per la spiegazione del metodo di ricerca.

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lunedì 7 settembre 2015

Pakistan. le prospettive di un conflitto

Lotta all’estremismo
Pakistan: i rischi della guerra di Karachi
Francesco Valacchi
07/09/2015
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A due anni dall’inizio del suo mandato, il governo di Nawaz Sharif ha impresso nuova forza ai provvedimenti atti a raggiungere uno degli obiettivi fondamentali delineati nella sua campagna elettorale: la lotta all’estremismo, soprattutto nella città di Karachi.

Infatti la capitale della provincia del Sindh, oltre ad essere il primo porto del Pakistan, con i suoi 62,25 milioni di tonnellate di traffico annuale, continua ad essere una delle maggiori spine nel fianco del governo di Islamabad.

Se la questione dell’instabilità e dell’estremismo islamico nelle Aree Tribali, nel Belucistan (la cui capitale Quetta è stata uno dei centri decisionali del movimento taleban) e nel Kashmir è endemica, la situazione a Karachi è invece andata compromettendosi negli ultimi trenta anni.

La città ha fra i più alti tassi di criminalità del paese e i crimini violenti sono all’ordine del giorno, come i reati connessi al terrorismo.

Il potere dell’Mqm e la sua storia
A farla da padrone dagli Anni Ottanta fino ad oggi, nella galassia dei movimenti estremistici, è stato il Muttahida Qaumi Movement, una formazione definita a più riprese estremista e che è considerata da alcuni Stati, fra cui il Canada, un gruppo terrorista.

Il Movimento partecipa alla vita politica pakistana e, nelle elezioni del maggio 2013 per l’Assemblea Nazionale della Repubblica Islamica del Pakistan, ha ottenuto 24 seggi, affermandosi come quarta forza politica del Paese.

Storicamente il Mqm è il movimento che rappresenta i cosiddetti Muhajir provenienti dall’India, cioè i musulmani di lingua urdu che preferirono la migrazione verso un futuro economicamente incerto al momento della divisione del Pakistan dall’India e della sua nascita come Stato indipendente.

Dal momento della sua nascita a oggi, il Movimento ha affrontato una travagliata storia, difendendo gli interessi delle classi medie pakistane dalle tendenze ritenute eccessivamente riformiste del Pakistan People Party della famiglia Bhutto, ma anche dalle tendenze conservatrici del Pakistan Muslim League.

Allo stesso tempo il Movimento ha fidelizzato un suo elettorato nella regione del Sindh, dove si trasferirono inizialmente gran parte dei Muhajir. Ma i suoi dirigenti e funzionari hanno anche intessuto una serie di legami con il crimine organizzato, specialmente nella città di Karachi, che ne hanno fatto una vera e propria formazione in contrasto con le istituzioni statali.

La forza del Mqm negli anni dal 1980 ad oggi è stata tale che la città di Karachi (ed il territorio nelle sue strette vicinanze) non può essere considerato sotto il completo controllo di Islamabad.

È una situazione particolare e ai limiti del paradosso per una visione occidentale, ma in certi quartieri di Karachi si respira un’atmosfera molto simile a quella di un governo ombra radicato e diffuso sul territorio, estraneo al potere di Islamabad, ma retto da un partito che partecipa alla vita politica pakistana, il Mqm appunto.

L’operazione Clean-up e i suoi effetti
Nel 1992, il governo organizzò una grande repressione contro il Movimento. Il nome dell’operazione fu Clean-up e costò la vita a migliaia di militanti estremisti, criminali comuni legati all’Mqm e semplici lavoratori vicini al Movimento.

Durante le violenze, a volte ingiustificate, perpetrate dall’esercito contro i sostenitori dell’Mqm, i principali dirigenti, compreso il capo indiscusso Altaf Hussain fuggirono rifugiandosi in Europa, da dove continuano a guidare il partito.

L’operazione Clean-up venne lanciata non a caso mentre l’esecutivo nazionale era guidato da Nawaz Sharif, segretario del PML-N, acerrimo avversario politico del Mqm, che invece sostenne in passato Parvaiz Musharraf.

L’operazione riuscì a stabilire il controllo del governo su Karachi per un brevissimo periodo, dopo il quale l’Mqm, grazie alla connivenza di certe fazioni dell’esercito legate a Musharraf, riuscì a riprendere il controllo della città.

Karachi oggi, un intreccio di operazioni
Una serie di azioni della polizia e delle forze anti-terrorismo pakistane, al fine di riconquistare il controllo completo della città di Karachi, sono state condotte tra marzo e agosto. Non a caso nuovamente sotto la spinta dell’esecutivo Sharif.

In particolare sono state condotte sia azioni sul campo, sia operazioni mediatiche atte a colpire e screditare il Movimento. Nel mese di marzo le forze anti-terrorismo hanno circondato e perquisito il quartier generale dell’Mqm, forzando la resistenza degli attivisti.

In seguito all’”aggressione”, com’era stato definito l’atto dagli esponenti dell’Mqm, i deputati presso l’Assemblea nazionale si erano ritirati ed il Movimento operava in una sorta di clandestinità.

Nel mese di giugno, a seguito del massacro di 43 sciiti ismailiti in un attentato rivendicato dal Tehrik Taleban Pakistan (gruppo estraneo all’Mqm), le forze anti-terrorismo hanno compiuto operazioni che hanno portato all’uccisione di decine di terroristi sul campo e a diversi arresti, nonché alla identificazione di un possibile filone di inchiesta che farebbe risalire le cellule estremiste operanti a Karachi a connessioni con i servizi segreti dell’India.

Infatti come indicato da fonti ufficiali pakistane il 27 agosto, sono stati arrestati a Karachi cinque terroristi addestrati dal servizio segreto indiano Research and Analysis Wing. La smentita del governo indiano è arrivata il giorno successivo, ma la verità che emergerà in fase processuale sarà comunque di parte pakistana.

Nel frattempo Islamabad ha iniziato una serie di operazioni atte a screditare l’Mqm, la principale delle quali è stata la pubblicazione su fonti ufficiali pakistane (come riferito dal quotidiano Dawn) di una serie di comunicazioni segrete dell’ufficio stampa del Mqm chiaramente volte ad accattivarsi la simpatia di organizzazioni governative e non governative straniere, in particolare indiane, contro le violenze perpetrate dalle forze armate nelle azioni anti-terroristiche a Karachi.

Questa strategia, prontamente sconfessata dal Movimento, punterebbe a delegittimare l’Mqm agli occhi dell’elettorato pakistano. L’Mqm aveva nel contempo ripreso il dialogo col governo centrale e i propri deputati erano tornati a sedere sui seggi dell’Assemblea nazionale a giugno, sulla base di rassicurazioni del Ministero dell’Interno.

Ma con una comunicazione a sorpresa il 1° settembre il Movimento ha ripreso la strada della clandestinità.

Il rischio che si delinea è che il governo Sharif, cui va comunque riconosciuto di essere stato eletto democraticamente e di avere i numeri sufficienti a garantire la stabilità nel Paese, cada nella tentazione di utilizzare lo spauracchio del terrorismo per eliminare scomodi rivali e cosi facendo causi la radicalizzazione di elementi politici che hanno un notevole peso specifico.

Francesco Valacchi si è laureato in Scienze Strategiche nel 2004 presso l’ateneo di Torino ed in Studi Internazionali presso quello di Pisa nel 2013. È appassionato di geopolitica e strategia; è ufficiale in servizio permanente effettivo nell’esercito italiano.
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