Master di I livello in
“Terrorismo
e Antiterrorismo Internazionale.
Obiettivi,
piani e mezzi.”
IL TERRORISMO DEI TALEBANI
La vittoria del debole contro il forte
Anno
Accademico 2022/2023
PREMESSA
L’oggetto
della presente tesi è il terrorismo come tecnica di lotta utilizzata dai
talebani per riuscire a sconfiggere l’invasore straniero e giungere alla
conquista del potere.
L’elaborato
intende analizzare il movimento talebano partendo dalla sua affermazione quale
gruppo combattente di rilievo, nei primi anni ’90, dopo il ritiro dell’URSS
dall’Afghanistan, proseguendo con la prima ascesa al potere del movimento in
quel paese nel 1995, la caduta del regime dopo l’attacco alle Torri Gemelle,
per concludere con il ritorno al potere dei talebani dopo vent’anni di guerra. Il
contesto spaziale di riferimento, invece, sarà rappresentato principalmente
dall’Afghanistan e dalla regione mediorientale.
I
Talebani, da gruppo minoritario e scarsamente equipaggiato dal punto di vista
militare, sono riusciti per ben due volte a scacciare “l’occupante straniero”
dall’Afghanistan. La prima volta hanno costretto alla ritirata l’Armata Rossa
dell’Unione Sovietica e, nel 2021, hanno inferto una clamorosa sconfitta agli
Stati Uniti: due superpotenze militarmente ben equipaggiate e solide
finanziariamente. La loro perseveranza, la loro capacità di riorganizzarsi e di
imparare dai loro errori, nonché l’abilità di sfruttare al meglio i propri
punti di forza (come le caratteristiche dell’ostile territorio afghano), sono
stati di sicuro fattori determinanti per il raggiungimento dei loro obbiettivi.
Tuttavia, rischieremmo di cadere nella trappola della cosiddetta “narrativa
della vittoria”, portata avanti dalla propaganda talebana, se non ponessimo
l’attenzione anche sugli strumenti e le tecniche utilizzate dal movimento
taliban per tornare al potere, ovvero quelli del terrorismo indiscriminato,
consistiti in attacchi suicidi, rapimenti ed esecuzioni “scenografiche”.
Di sicuro il ritorno dei talebani al potere in
Afghanistan nel 2021, dopo una guerra durata vent’anni, ha sconvolto l’opinione
pubblica internazionale, principalmente sotto due aspetti. In primo luogo, ci
si chiede se sia valsa la pena impegnarsi in un conflitto che ha causato un
notevole impegno in termini militari e finanziari, inizialmente con l’intento
di dare corso ad una guerra al terrorismo a tutto campo e successivamente nel
tentativo di esportare il concetto di democrazia in un paese non ancora pronto
per accoglierlo in maniera strutturale. In secondo luogo, dilaga il timore che
il regime talebano, come accaduto prima del 2001, possa tornare ad essere la
culla del terrorismo internazionale. Infatti, se è vero che il terrorismo
“professato” dai talebani, sino all’agosto del 2021, fosse finalizzato alla
conquista del potere in Afghanistan, è indiscutibile che il successo dei
talebani sia legato all’appoggio e al finanziamento di organizzazioni
terroristiche con visioni internazionali, prima fra tutti Al-Qaeda.
Organizzazioni che, di sicuro, non lesineranno di “pretendere” il contraccambio
del supporto finora fornito.
In ogni caso la caduta di Kabul in mano ai
Talebani costituisce un caso più che emblematico di vittoria del debole contro
il forte, sulla cui riuscita ovviamente hanno ovviamente influito diversi
fattori non prevedibili a priori, ma che di sicuro può fungere come spunto di
emulazione per gruppi terroristici minoritari che operano in altri contesti
regionali, ma anche come caso di studio da analizzare in termini di possibile prevenzione
futura.
La tesi completa è presso il CESVAM Centro STudi sul Valore Militare Emeroteca
Info: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org