Macro area: Asia – Medio oriente
Analisi dei fattori di squilibrio della macro area
1-2) CONFLITTI / PAESI LIMITROFI IN CONFLITTO - La situazione nella zona e’ particolarmente calda per quanto riguarda i conflitti. 3 Sono le aree di maggior criticita’: Israele, il Libano e l’Iraq. Andandole ad analizzare piu’ nel dettaglio la situazione di Israele e’ ormai annosa e riguarda soprattutto i conflitti con l’autorita’ Palestinese e al confine con il Libano. Recentissima la polemica per la volonta’ di Israele di costruire un muro che separi il paese. L’escalation di violenza tende a ripetersi nel tempo a fasi alterne tra tregue e rinascita di nuovi focolai. In Libano i problemi maggiori sono nella zona Sud del paese. Gia’ nel 1982 in seguito alla guerra con Israele il paese si trovo’ in una situazione di instabilita’. In quell’occasione l’esercito israeliano per sradicare dal Libano la presenza armata palestinese si spinse ben oltre il sud-Libano in cui le unità della resistenza palestinese s'erano insediate, arrivando fino a Beirut dove aveva sede l'OLP. Il 12 luglio 2006, le milizie del gruppo radicale sciita Hezbollah, filo-siriane, attaccarono una pattuglia delle IDF in perlustrazione nei pressi del villaggio di Zar'it, uccidendo tre soldati e catturandone due. Israele iniziò così un'offensiva militare contro il Libano, diretta a neutralizzare il dispositivo armato di Hezbollah e le sue possibilità offensive. Attualmente sono impegnati nella nazione circa 70000 militari della forza multinazionale di interposizione nel Libano meridionale (UNIFIL). Le truppe multinazionali (guidate dalla Francia, a cui è subentrata l'Italia nel febbraio 2007) secondo la Risoluzione 1701 intraprenderanno inoltre ogni azione necessaria per assicurare che la loro area d'operazioni non sia utilizzata per attività offensive di ogni genere. La situazione in Iraq e’ quella di un paese in guerra. Nei primi anni ‘90 ci fu la prima guerra irachena in seguito alla minaccia perpetuata dal proprio dittatore Saddām Husayn nei confronti del Kuwait. In seguito agli avvenimenti dell’ 11 Settembre 2001 poi Gli stati Uniti invasero l’ Iraq con la presunzione di trovare armi di distruzione di massa. Il dittatore fuggi’ per poi essere catturato e consegnato alla giustizia Iraquena. Il paese e’ tutt’ora in una situazione di guerra.3) RIFUGIATI - Critica la situazione dei rifugiati in molte aree. La realta’ della guerra che in alcuni paesi e l’instabilita’ cronica della regione rende la situazione rifugiati molto grave. La guerra in Iraq e la situazione israelo – palestinese sono le situazioni più critiche. Paesi maggiormente interessati dal flusso di rifugiati per la questione iraquena sono le nazioni di confine quindi l’Arabia Saudita, la Giordania, la Siria e l’Iran. Riguardo la situazione israeliana invece i rifugiati provengono soprattutto dalla palestina. Basta in proposito ricordare la questione della costruzione del muro Israeliano per evitare il transito di popolazioni e terroristi palestinesi nel proprio territorio.
4) DISOCCUPAZIONE - La disoccupazione non risulta essere in Medio Oriente un fattore destabilizzante. Fa eccezione la situazione in Iraq dovuta essenzialmente alla crisi in cui versa il paese
5) SFRUTTAMENTO PETROLIFERO/ORO/DIAMANTI - La risorsa maggiormente presente nella zona e’ quella petrolifera. Oro e diamanti non sono presenti in quantita’ significative. Totalmente diversa e’ la situazione per quanto riguarda lo sfruttamento del petrolio. I paesi sono quasi tutti dei produttori ed esportatori di petrolio ed il suo sfruttamento risulta essere portante nell’economia.
5 dei maggiori produttori mondiali del paese sono localizzati nella zona:
N° Paese Milioni di barili (bbl) % sul totale
1 Arabia Saudita 264.300 21,9%
2 Iran 137.500 11,4%
3 Iraq 115.000 9,5%
4 Kuwait 101.500 8,4%
5 Emirati Arabi Uniti 97.800 8,1%
6) AREA GEOGRAFICA (MIGLIAIA DI KMQ) - L’area non e’ particolarmente vasta e caratterizzata da clima estremamente caldo e da paesaggi desertici. Risulta essere un crocevia tra l’Europa, l’Asia e l’Africa.
7) AREA FORESTALE - Non risultano esserci aree forestali.
8) FAZIONI ETNICHE / RELIGIOSE - Gli sciiti costituiscono circa il 10 per cento degli 1,3 miliardi di musulmani del mondo. Di questi, circa 120 milioni (sia persiani sia arabi) vivono in Medio Oriente. Sono maggioranza religiosa in Iran, Iraq, Libano e Bahrein e rappresentano una significativa minoranza in Siria, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Da un punto di vista dottrinario, le differenze tra sunniti e sciiti sono non tanto teologiche quanto epistemologiche. Mentre i sunniti hanno enfatizzato l’interpretazione testuale delle scritture e la loro applicazione giuridica, gli sciiti hanno optato per un’interpretazione simbolica del Corano alla ricerca della verità della fede. L'ala principale costituente l'Islam maggioritario è però quella sunnita; i sunniti seguono i famosi detti (hadith) di Maometto. Le fonti principali del diritto islamico sono proprio Corano e Sunna. Seguono questo orientamento la maggior parte dei paesi arabi e islamici del Medio Oriente e del Nordafrica. Altra fazione etnica e’ quella dei Curdi presenti soprattutto in Turchia e nella zona Nord dell’Iraq. Da notare poi la presenza predominante di ebrei nello Stato di Israele.
9) MOVIMENTO INTERNO STRATI POPOLAZIONE (MIGLIAIA) - Le realta’ maggiormente interessate da movimenti di strati di popolazione risultano essere la Siria, l’Iraq, Israele e la Turchia. Questi movimenti risultano essere spesso causa di destabilizzazione soprattutto per quanto riguarda realta’ come la Turchia. Qui infatti troviamo movimenti molto cospicui di popolazioni Curde che si muovono verso la frontiera sud con l’Iraq oppure verso l’occidente attraverso il mediterraneo (la Germania risulta essere meta privilegiata). Analoga la situazione Siriana i cui confini risultano essere aperti per le popolazioni provenienti soprattutto dall’Iraq. La questione Israeliana riguarda soprattutto i movimenti della popolazione palestinese e quelli dei coloni israeliani.
10) REGIME POLITICO - Il rapporto fra Islam e democrazia è uno dei temi principali fra quelli che fanno da sfondo ai tumultuosi eventi del Medio Oriente e ai difficili rapporti fra quella regione e l’Occidente. il pluralismo non appartiene al codice genetico della maggior parte dei governi musulmani mediorientali. Anche quando si tengono elezioni con un’ampia partecipazione e anche quando c’è un’opposizione, non ne consegue necessariamente né un cambiamento politico né la libertà. E’ stato il clero iraniano che ha scelto i candidati alle presidenziali. E’ stato sotto il controllo esclusivo del partito palestinese Fatah che sono stati scelti i candidati per le presidenziali di gennaio 2005.
11) NUOVI STATI FORMAZIONE INSTABILE - La zona e’ caratterizzata da situazione diverse e contrapposte. Convivono Stati con una realta’ internazionale consolidata e Stati di nuova formazione particolarmente instabili. Tra gli Stati radicati nel territorio possiamo annoverare nazioni quali la Turchia, l’Iran, gli Emirati arabi, l’Arabia saudita. Andando invece ad analizzare gli Stati instabili di nuova formazione una menzione speciale merita la questione palestinese. Gaza e Cisgiordania sono governati dall’autorita’ nazionale palestinese; una situazione molto particolare perche’ questa autorita’ ha un controllo sulla zona, ma la stessa e’ ancora lontana dall’assurgere al rango di Stato.
12) CORRUZIONE - Questo fattore si riferisce al grado di corruzione percepito come rilevato da analisi di settore. Il fattore e’ abbastanza disomogeneo e si passa da zone in cui risulta assente a zone in cui la corruzione e’ un grave fenomeno tale da essere percepito come normale dalla popolazione.
13) PNL PRO-CAPITE - Il pnl pro-capite e’ molto alto nei paesi della zona. Cio’ e’ dovuto essenzialmente alla grande ricchezza di risorse naturali; nella fattispecie il petrolio. In contrasto con questa realta’ risultano essere alcune nazioni come l’Iraq, lo Yemen, Gaza e la cisgiordania. La ragione fondamentale che impedisce un’accrescimento del PNL pro capite in molte zone e’ la presenza di situazioni instabili e di guerra.
14) LA CRESCITA ECONOMICA - Sulla scia dei rialzi dei prezzi del petrolio negli anni Settanta, i paesi mediorientali hanno mostrato la tendenza a spendere, piuttosto che a investire, i ritrovati ricavi. Tuttavia oggi la situazione è differente. Il successo mediorientale si basa su un insieme più vasto di fattori economici e politici, e non esclusivamente sul petrolio. Gli afflussi di capitale a seguito dell'11 settembre, nonché i tentativi di deregolamentazione e di liberalizzazione hanno costituito la base per una significativa crescita economica negli ultimi quattro anni. La prevista diversificazione dal settore del petrolio ad altri segmenti, quali il settore finanziario, turistico, edilizio e quello associato all'edilizia (ad es. settore delle telecomunicazioni, informatico, energetico, idrico ed elettrico) dovrebbe contribuire in modo significativo in futuro alla crescita economica della regione, in un quadro economico generalmente positivo. Dal 2004 i mercati azionari mediorientali hanno registrato delle performance straordinarie. Un consistente afflusso di petrodollari sui mercati finanziari locali, grazie a maggiori ricavi dal settore petrolifero e ad alcuni segnali concreti nel campo delle riforme economiche sono stati i fattori chiave che hanno sospinto il mercato azionario. Nonostante la perdurante instabilita’ in Iraq, anche gli investitori scommettono sempre più su un miglioramento delle prospettive relative alla stabilita economico-politica della regione in generale.
15) FORZA LAVORO IN AGRICOLTURA - Vista il paesaggio prevalentemente desertico e le ingenti risorse petrolifere nei paesi della zona l’agricoltura non risulta essere un fattore determinante. Inoltre le economie della zona si basano prevalentemente sullo sfruttamento delle risorse naturali e su altri segmenti quali ad esempio quello finanziario.
16) AIUTO ESTERO - L’aiuto estero non risulta essere un fattore destabilizzante. Nella formazione del Prodotto Nazionale Lordo degli Stati la percentuale di aiuto estero non risulta essere cosi’ elevata da influire in modo determinante.
17) HIV/AIDS (%) - il 67% dei casi di trasmissione del virus AIDS avviene attraverso i rapporti eterosessuali. L’80% di donne arabe viventi hanno contratto l’AIDS attraverso le relazioini coniugali. Secondo i dati dell’ONU (Organizzazione Nazioni Unite) e dell’OMS (organizzazione Mondiale per la Sanita’) 39,5 milioni di persone nel mondo vivono con l’AIDS, 1,7 milioni di queste persone si trovano nel mondo arabo. Nel 2006 si calcola che circa 68.000 persone nel mondo arabo sono state colpite dal virus.
Secondo Khadija Moalla, tunisina,direttrice del programma regionale per la lotta contro l’AIDS di HARPAS dal 2003, non esiste la volonta’ politica dei governi arabi di riconoscere che l’AIDS esiste. Sembra che i governi non vogliano lottare per arrestare la malattia, per loro il problema AIDS non e’ prioritario, non e’ considerato urgente.
18) SPESA MILITARE - La % di spesa militare per i paesi della zona e’ molto alta. In genere si attesta tra il 3% e il 10%. Cio’ rischia di essere un fattore molto destabilizzante perche’ rischia di innescare un circolo vizioso in cui tutte le nazioni della zona decidano di armarsi sempre piu’ innescando una possibile competizione nella percezione che i vicini si stiano armando con finalita’ espansionistiche.
19) DISASTRI NATURALI - I disastri naturali non risultano essere un fattore di criticita’ per il Medio Oriente. Uniche eccezioni in negativo risultano essere la Turchia e il Kuwait.
20) ISOLAMENTO GEOGRAFICO - La zona è un crocevia essenziale per il trasporto di merci e persone nel mondo. Le infrastrutture per trasportare i beni fuori al paese risultano essere forti e i mezzi efficaci. I paesi della penisola si affacciano e formano un collegamento tra il mar mediterraneo , il mar Rosso, il mar Nero e il mare Arabo. Inoltre e’ situata in posizione mediana tra i paesi dell’Asia, Europa e Africa. Cio’ contribuisce in modo determinante per quanto riguarda lo sviluppo di commerci visto che gran parte delle merci trasitano per queste zone.
21) INDICE DI SVILUPPO UMANO - Un indice composito che misura il grado di sviluppo umano tenendo conto di vari fattori quali quello della durata e della qualita’ della vita, ma anche lo stato di salute ed istruzione. La maggior parte dei paesi si attestano su valori molto positivi o positivi. Una menzione particolare merita ad esempio il sistema di pronto soccorso Israeliano che risulta essere un esempio per tutte le altre nazioni del mondo.
22) POPOLAZIONE - Il numero della popolazione nell’area e’ alto e concentrato soprattutto nelle regioni costiere.
23) CRESCITA DEMOGRAFICA - Rispetto agli anni ’70 colpisce il crollo della fecondita’ nei paesi Medio Orientali ormai proiettati verso i 2 figli per famiglia. In contrapposizione l’invecchiamento della popolazione fa passare dal 4% al 9% la percentuale degli ultrasessantacinquenni. Notevole risulta quindi l’abbassamento del tasso di mortalita’.
Passando alle trasformazioni delle città mediterranea e’ opportuno rilevare come la Giordania risulti essere il paese mediterraneo con la maggior crescita di popolazione rurale (+3%), all'opposto della Palestina che risulta avere un incremento (+4,5%) della popolazione urbana
24) ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI - La presenza di organizzazioni internazionali e’ massiccia. Le maggiori organizzazioni internazionali sono presenti nella zona. Varie missioni sono state autorizzate e sono tutt’ora in corso con mandato Onu o Nato.
Tra le piu’ importanti nel settore sanitario e di supporto alla popolazione e’ opportuno ricordare la Croce Rossa Internazionale ed Emergency presenti soprattutto in Iraq con scopi prettamente umanitari.